Bochicchio, battaglia dei vip: «Rivogliamo i nostri soldi». Le vittime del broker contro l'archiviazione dell'inchiesta

Le vittime del broker romano si oppongono alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta. E annunciano la causa civile

Bochicchio, battaglia dei vip: «Rivogliamo i nostri soldi». Le vittime del broker contro l'archiviazione dell'inchiesta
di Valentina Errante
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Domenica 19 Marzo 2023, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 20 Marzo, 17:11

Un’opposizione alla richiesta di archiviazione, perché il giudice disponga che vengano eseguite altre indagini a carico di Arianna Iacomelli e Tommaso Bochicchio, rispettivamente moglie e fratello di Massimo Bochicchio, e Sebastiano Zampa, braccio destro del broker, in modo da allungare i termini per gli accertamenti. Ma anche una battaglia in sede civile. I vip, truffati da Massimo Bochicchio, l’uomo che ha ingannato tutti, facendo credere anche ai pm che lo hanno arrestato di essere andato a Dubai per sistemare le cose e restituire i soldi, non intendono cedere. 

I calciatori Stephan El Shaarawy e Patrice Evra, l’allenatore Antonio Conte, il procuratore sportivo Federico Pastorello, l’architetto Achille Salvagni, la scrittrice Barbara Prampolini, l’ambasciatore Raffaele Trombetta, il fisioterapista Massimiliano Mariani, andranno ancora avanti. Il Tribunale di Roma, che ha chiuso il processo a carico del broker, accusato di abusiva attività finanziaria e autoriciclaggio, per morte del reo, ha detto no al dissequestro dei beni e trasmesso gli atti al Tribunale civile. 

CASA A LONDRA
Restano così i sigilli nella villa a Cortina, sulle opere d’arte e i gioielli e i 500mila euro, nulla rispetto ai 70 milioni di euro spariti (anche se il broker sosteneva di avere movimentato un miliardo di euro e in molti dei truffati non si sono costituiti nel processo), ma saranno altri giudici a pronunciarsi sulla destinazione. 
Poi c’è anche il procedimento aperto davanti alla Corte di Londra che, su richiesta dei truffati, ha congelato altri beni di Bochicchio, non ultimo l’appartamento di 200 metri quadrati a Holland Park. 

E soprattutto le parti lese, molte delle quali rappresentate dagli avvocati Cesare Placanica e Lavinia Lucaroni, sperano di ottenere elementi dalle perizie ancora in corso su telefoni cellulari e dispositivi elettronici sequestrati nell’ambito del fascicolo aperto per istigazione al suicidio dopo la morte del broker.

LA CAUSA CIVILE
Il tribunale di Roma, prima di estinguere il procedimento, ha respinto la richiesta di dissequestro dei beni. Si legge nel provvedimento del Tribunale che èè stato disposto «Il mantenimento del sequestro sui beni oggetto di sequestro preventivo emesso dal gip di Milano a febbraio 2021, in relazione ai quali rimette la risoluzione della controversia al Tribunale civile competente per l’accertamento dell’avente diritto alla restituzione»
Si aprirà lì la nuova battaglia, anche se la procura non riuscisse a dimostrare che i tre indagati fossero consapevoli della provenienza di quel denaro. Dagli atti è emerso che i soldi transitati dalle casse delle società Kam e Tiber Capital sono finiti sui conti personali di Zampa e di Luca De Lucia (cugino del broker, morto nel 2019) e poi dallo stesso Bochicchio «movimentati a favore della moglie e del fratello Tommaso e impiegate per spese personali». Poi sono svaniti, persi in mille rivoli. Ma gli avvocati, anche in assenza di dolo da parte dei parenti, puntano, in sede civile, a ottenere ristoro sulla base dell’indebito arricchimento assicurato da somme di provenienza illecita. 
 

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