Erano crudeli, in grado di ricoprire una stanza di teli di plastica e trasformarla in una camera delle torture, dove seviziare chi non pagava i debiti di droga. Ora per la banda di narcos capeggiata da Daniele Carlomosti la Procura chiede il conto, ed è pesante: il pm Edoardo De Santis ha sollecitato condanne per 145 anni di carcere per 13 imputati. Parlando del gruppo, nel 2013, addirittura Massimo Carminati diceva al suo braccio destro Riccardo Brugia: «Quelli sono brutti forte». Per il capo della banda il magistrato ha chiesto 20 anni. Rischia invece 10 anni e 8 mesi il suo braccio destro, Armando De Propris, padre di uno dei killer di Luca Sacchi, il personal trainer romano ucciso nel 2019.
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IL DIABLO
Anche Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, uno dei narcos più potenti di Roma, ucciso con un colpo di pistola al parco degli Acquedotti, portava rispetto.
LA STANZA
Il debitore era stato sequestrato e rinchiuso in una stanza rivestita da teli di plastica, per non lasciare tracce di sangue. Gli imputati - Carlomosti, Pallagrosi e De Propris, accusati anche di tortura - non sapevano nel cellulare di uno di loro gli inquirenti avevano piazzato un trojan che ha consentito ai carabinieri di ascoltare in diretta le sevizie. Era l’11 dicembre 2018. La vittima era stata legata, spogliata, costretta subire violenze. «Basta Daniè... Mi gira la testa - implorava - mi stai ammazzando». I carcerieri, intanto, gli dicevano di avere a disposizione ogni tipo di arma: pistole, kalashnikov, ma anche forbici, un trapano. L’uomo era stato fotografato e filmato, e gli scatti erano stati inviati ai suoi familiari, chiedendo un riscatto. «Ti taglio a pezzi e vado a prendere i soldi dalla famiglia tua - sono alcuni dialoghi intercettati - ti sto ammazzando».
Tra gli episodi contestati a un altro indagato, Daniele Fabbrini - rischia 13 anni e 4 mesi - c’è un recupero crediti violento: la vittima sarebbe stata obbligata a consegnare tre orologi di lusso e un’auto. Rischia la condanna - 8 anni e 8 mesi - anche Romina Faloci, moglie di Carlomosti. La sentenza sarà in luglio.
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