Mentre tutti i sistemi informatici di Atac vanno in tilt dalle prime ore della mattina a causa di un “attacco cyber”, il caso dell’uso di toni sopra le righe su twitter da parte dell’Azienda nei confronti dei passeggeri, approda in Senato. La senatrice di Italia Viva-Azione, Raffaella Paita, non appena letti i servizi pubblicati da Il Messaggero, sui blocchi degli utenti da parte di Atac annuncia la decisione di presentare immediatamente un’interrogazione. Anche i vertici politici del Campidoglio sono stati sollecitati a prendere una posizione sull’argomento. Per ora, senza esito. In più, da inizio mattina tutti i sistemi informatici dell’azienda risultano fuori servizio.
Atac, poco fa, ha rilasciato un comunicato: “Dalle prime ore di questa mattina il sito internet di Atac risulta non raggiungibile per problemi tecnici a seguito di un attacco cyber.
La risposta dell’azienda, timida e un po’ stizzita, è stata quella di rimandare alla politica social seguita e annunciata sul sito internet https://www.atac.roma.it/social-media-policy. Fuori dai microfoni, però, un chiarimento aggiuntivo: le segnalazioni che riguardano potenziali situazioni di pericolo per le persone, anche se provenienti da account twitter palesemente finti o satirici, sono obbligatoriamente controllate, se necessario anche bloccando il servizio viaggiatori. Questo perché, al netto della attendibilità della fonte, la segnalazione di pericolo non può essere sottovalutata dall’Azienda. Nello specifico, Atac non considera il proprio servizio Twitter come “canale di emergenza, di pubblica necessità o essenziale all’erogazione del servizio di trasporto” per cui l’Azienda potrà rimuovere tutti “i post, i commenti o i materiali audio/video che: hanno un contenuto politico o propagandistico; presentano un linguaggio inappropriato e/o un tono minaccioso, violento, razzista, volgare o irrispettoso; hanno contenuti offensivi, ingannevoli, allarmistici, o in violazione di diritti di terzi; divulgano dati e informazioni personali o dati sensibili che possono cagionare danni o ledere la reputazione a terzi e/o all’Azienda; divulgano informazioni riservate o protette dal diritto alla privacy, come la corrispondenza interna; hanno un contenuto discriminatorio per genere, etnia, lingua, credo religioso, opinioni politiche, orientamento sessuale, età, condizioni personali e sociali; diffamano, minacciano o incitano alla violenza nei confronti del personale dell'azienda, in particolare quello operativo”. Inoltre, “In caso di mancato rispetto delle regole della social policy, Atac si riserva di nascondere o cancellare contenuti, bloccare, eventualmente gli utenti e segnalarli ai sistemi di moderazione del social network utilizzato fatta salva la possibilità, in casi gravi, di acquisire i contenuti per la trasmissione alle forze di polizia o all'Autorità giudiziaria”.
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