Allarme infanzia a Roma, graduatorie sospese: «Un terzo dei nidi ha già chiuso»

Allarme infanzia a Roma, graduatorie sospese: «Un terzo dei nidi ha già chiuso»
di Stefania Piras
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Martedì 14 Luglio 2020, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 12:34

Il mondo dell'infanzia aspetta le linee guida per la riapertura dei nidi. Questa fase di incertezza sta distruggendo il settore che in Italia conta già poche realtà di cui la metà (il 49% per l'esattezza) sono privati. In Italia ci sono infatti 13.145 servizi educativi per la prima infanzia. Il 51% dei 354.641 posti autorizzati al funzionamento sono pubblici e coprono solo il 24,7% dei potenziali utenti (il milione e mezzo di bambini con meno di 3 anni).

A Roma ci sono oltre 21mila bimbi che vanno all'asilo nido, 9mila frequentano un privato convenzionato. E 5mila sono iscritti in una struttura privata 100%. Escludendo chi usufruisce di una struttura pubblica, c'è una grossa fetta di bimbi che frequentano i nidi convenzionati e privati che stanno rischiando molto perché il settore è in ginocchio: un terzo dei 700 nidi privati sparsi su tutto il territorio regionale ha già chiuso i battenti, e a settembre solo la metà potrebbe rimanere in piedi. E poi, a quei 12800 bimbi romani che hanno chiesto l'iscrizione quest'anno (nel 2019 erano 13500) cosa sta rispondendo l'amministrazione? Nulla, le graduatorie sono sospese a data da destinarsi. Settembre, uguale incognita. 

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Nelle graduatorie ci sono i posti messi a bando prima della quarantena e quindi, presumibilmente sono numeri che andranno modificati perché come nelle scuole primarie e secondarie c'è la necessità di distanziamenti, spazi allargati e facilmente arieggiabili. Ma è comunque un' ipotesi al condizionale visto che non trapela nulla sulle linee guida che dovrebbero disegnare la strada per i nidi post Covid. Ci sono i centri estivi, che sono l'esperimento che più si avvicina al nido come lo abbiamo conosciuto prima della pandemia. I nidi saranno una sorta di centri estivi prolungati? Non si sa. 

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I municipi più centrali della Capitale, il II e il Primo, hanno scritto alla sindaca Raggi perché dia almeno un segnale e offra rassicurazioni alle famiglie. L'ultima a lanciare l'allarme è stata Francesca De Bello, presidente del Trieste-Salario. 
«Stiamo ricevendo numerose telefonate e mail dalle famiglie in ansia che legittimamente si rivolgono all'istituzione chiedendo notizie», esordisce nella sua lettera indirizzata a Raggi e all'assessore alla scuola Mammì, Del Bello.

«Vige una situazione di confusione e totale incertezza che sta creando grossi problemi organizzativi e disagi alle famiglie che attendono ancora di sapere in quale struttura verrà ospitato il figlio. Siamo consapevoli che si è attesa delle linee guida nazionali, riteniamo però che le istituzioni devono fornire risposte chiare e trasparenti al malcontento espresso dalle famiglie e anche all'incertezza dei lavoratori del settore», scrive ancora Del Bello che termina la lettera rinnovando la richiesta di pubblicazione delle graduatorie definitive.

Già i lavoratori del settore 0-3, come stanno? Nel limbo. E i privati, ma non tutti, stanno lavorando con i centri estivi in perdita, o come hanno detto gli stessi titolari «per cercare di rimanere in vita». Domenico Crea, numero uno di Crescere Insieme, ottava società in Italia, presente anche a Roma, è molto preoccupato: «Abbiamo potuto usufruire dalla cassa integrazione fino al 6 luglio, non l'abbiamo ancora percepita, e stiamo pagando dei dipendenti che non lavorano. Non riusciremo a restistere a lungo. Ci chiamano continuamente i genitori e non sappiamo dare risposte. A livello sociale le famiglie non sanno come fare a settembre. Temiamo che il 30 agosto ci dicano che il 1 settembre si ricomincia ma a condizioni a cui non saremo in grado di adeguarci nell'immediato. Stiamo parlando di 280 mila lavoratori nel settore privato». 

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«Il nostro lavoro si basa sull'organizzazione del tempo e per farlo al meglio abbiamo urgenza di avere delle date di riapertura: i bambini hanno il diritto di tornare nei loro nidi come le mamme di tornare al loro lavoro», dice Cinzia Lapunzina di Assonidi

Intanto si è riunito ieri, con la presenza della Vice Ministra dell'Istruzione Anna Ascani, il Tavolo nazionale per la ripresa delle attività in presenza del sistema integrato zero-sei, al quale hanno preso parte, oltre alla Direzione degli Ordinamenti del MI, rappresentanti della Conferenza delle Regioni, dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), della Commissione Infanzia, della Federazione Italiana Scuole Materne (FISM), del Gruppo Nazionale Nidi Infanzia e del Coordinamento nazionale per le politiche dell'infanzia e della scuola. «Abbiamo voluto questo incontro - ha dichiarato la Vice Ministra Ascani - per fare il punto della situazione, individuare le eventuali criticità sulle quali intervenire e predisporre tutto il necessario affinché i servizi per lo 0-6 possano riprendere in maniera regolare. Abbiamo avuto un confronto positivo e siamo tutti consapevoli di quanto sia essenziale garantire i diritti dei più piccoli, perché tutto ciò influisce sul percorso di crescita di ciascun individuo. Continueremo a lavorare condividendo questa importante responsabilità con tutti coloro che operano per questo segmento formativo». A quello di oggi seguiranno nei prossimi giorni tavoli tecnici di approfondimento tematico e interlocuzioni con tutti gli attori coinvolti e con le organizzazioni sindacali.

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