L'ATTENTATO

Alessandro Parini. l'amico: «L'auto, poi gli spari, così è morto». L'attentatore di Tel Aviv era bidello e padre di 6 figli

La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per l'attentato terroristico avvenuto ieri a Tel Aviv

Alessandro morto nell'attentato a Tel Aviv, i genitori: «Era un ragazzo semplice e modesto»

Rientrati italiani coinvolti nell'attentato

Il gruppo di italiani coinvolto nell'attentato di ieri sera a Tel Aviv, in cui è stato ucciso il 35enne Alessandro Parini, è rientrato in Italia. Il volo di linea, con a bordo i connazionali, è arrivato all'aeroporto di Fiumicino intorno alle 19. Ad attenderli alcuni dei loro familiari. Subito dopo hanno lasciato lo scalo romano senza contatti con i tanti cronisti presenti.

Polizia di Tel Aviv non esclude che possa essere stato un incidente. Nell'auto trovata una pistola giocattolo

La polizia di Tel Aviv non esclude nessuna pista, neanche quella che «non si sia trattato di un attentato». Lo riporta il sito di Haartez citando le prime dichiarazioni di ieri sera del comandante della polizia di Tel Aviv Ami Eshed. Secondo la polizia - aggiunge il media - nel veicolo di Yousef Abu Jaber, l'arabo israeliano che era alla guida, non è stata trovata un'arma ma solo una pistola giocattolo.

Yousef Abu Jaber, chi era l'attentatore bidello padre di sei figli

Era padre di sei figlie e lavorava come bidello in una scuola, il 45enne Yousef Abu Jaber, il presunto attentatore che ieri sera ha provocato la morte di Alessandro Parini ed il ferimento di un gruppo di turisti, investendoli con l'auto a Tel Aviv. Ucciso sul posto dalla polizia, Abu Jaber era un cittadino israeliano, residente a Kafr Qassem, a est di Tel Aviv. Non aveva precedenti penali e lavorava da alcuni anni come bidello in una scuola media a Kiryat Ono, un sobborgo di Tel Aviv. «Conoscevo Yousef Abu Jaber, era una persona molto carina con tutto lo staff. Molte cose non sono ancora chiare. Non avrei mai immaginato che fosse un potenziale terrorista», ha detto una dipendente della scuola a Ynet. Studenti e insegnanti della scuola, riferisce il sito, raccontano che l'uomo amava ridere e ballare. E che due anni fa aveva invitato a casa sua gli insegnanti a condividere l'Iftar, il pasto che segna la rottura del digiuno diurno del ramadan. Il fratello del presunto attentatore, Omar Abu Jaber, ha detto al sito Ynet di ritenere che quanto è accaduto ieri sera sia stato un incidente e non un attacco deliberato. «Yousef aveva sei figlie, aveva dei nipotini, amava tutti e sorrideva sempre. Era contrario agli attacchi (terroristici), inequivocabilmente», ha affermato il fratello.

I genitori di Parini escono da casa del figlio con dei fiori

Sono usciti di casa con un zaino, qualche busta e dei fiori in mano, i genitori di Alessandro Parini, il ragazzo rimasto ucciso ieri nell'attentato a Tel Aviv.

Arrivati in casa del figlio in tarda mattinata, con le lacrime agli occhi, entrando hanno ripetuto: «Siamo i genitori. Non ce la facciamo proprio» a parlare.

La procura di Roma avvia indagine

La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine per l'attentato terroristico avvenuto ieri a Tel Aviv è costato la vita ad Alessandro Parini. I pm del gruppo antiterrorismo della Capitale, coordinati dall'aggiunto Michele Prestipino,hanno ricevuto una prima informativa da Ros e Digos: si procede per omicidio, attentato con finalità di terrorismo e lesioni.

Il rombo dell'auto, gli spari e il mio amico a terra

«Abbiamo sentito il rumore dell'auto che ci passava accanto, poi gli spari e ci siamo dispersi. Quando siamo tornati indietro abbiamo visto Alessandro steso in terra nel sangue», dopo essere stato investito dalla macchina. Questo il racconto di uno dei giovani italiani che faceva parte del gruppo dei turisti coinvolti nell'attentato di ieri sera a Tel Aviv - perpetrato da un arabo israeliano - che ha ucciso Alessandro Parini. «Eravamo appena arrivati in città e - ha continuato - stavamo andando a raggiungere l'altra metà della comitiva in un ristorante di Giaffa».

Il collega: siamo tutti sconcertati, impossibile non volere bene ad Alessandro

 «Fra noi giovani avvocati amministrativisti ci conosciamo tutti e siamo sconcertati. Ieri sera si sapeva solo il nome e ci chiedevamo se potesse essere lui, poi questa mattina purtroppo abbiamo visto la foto. Quando senti di questi attentati sembrano così distanti e invece poi ti rendi conto che può succedere a chiunque». Così all'Adnkronos Margherita Scalise, avvocato amministrativista e collega di Alessandro Parini, l'italiano morto nell'attentato terroristico di ieri sera a Tel Aviv, in Israele. « Alessandro lo sconoscevo da quasi dieci anni, aveva tanti amici e sempre tanto da raccontare, a livello professionale e umano - aggiunge -. L'ultima volta che l'ho visto mi aveva parlato del viaggio che aveva fatto a New York. È una tragedia assurda, inspiegabile. Lo ricorderemo come un ragazzo buono a cui era impossibile non volere bene».

Parlano i genitori di Alessandro Parini , il ragazzo romano di 35 anni morto in un attentato a Tel Aviv . «La semplicità, la riservatezza, e la modestia», hanno detto lasciando la casa del figlio a Monteverde, a Roma. «Dove è arrivato ei traguardi da lui ottenuti - aggiungono - non li conosceva nessuno, solo lo studio per cui lavorava. Alessandro era fatto così».

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