Abusivi, l’assedio ai monumenti, le guide denunciano: «Siamo minacciate»

«Gli irregolari sono sempre gli stessi, ignorano i vigili». Colosseo e Vaticano sono le due zone che hanno la concentrazione più alta

Abusivi, l’assedio ai monumenti, le guide denunciano: «Siamo minacciate»
di Valeria Arnaldi
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Mercoledì 1 Febbraio 2023, 07:47

Teli stesi in terra per esporre i souvenir. Bottigliette portate in grandi buste sulla spalla. Poi foulard e cappelli, a seconda della stagione, e così via. Passa il tempo, ma intorno ai principali monumenti della città i suk abusivi sembrano non cambiare mai. E non mutano, di fatto, neppure i volti. Il caso di I.K., bengalese di 44 anni, che vive a Roma da irregolare e, negli ultimi tredici anni, tra verbali di contravvenzione per vendita abusiva di oggetti vari e ordinanze ingiuntive, ha collezionato ben centonovanta multe, mai pagate - l’ultima, il 26 gennaio scorso al Colosseo - accende i riflettori su una situazione che si rivela immutata, o forse, più drammaticamente, appare ormai immutabile. Lo sanno bene le guide turistiche autorizzate che molti di quei venditori abusivi li incontrano tutti i giorni. E, per giunta, nelle stesse zone. 


L’ASSEDIO
«Chiunque vive a Roma sa che i principali monumenti della città sono assediati da abusivi. Mancano norme adeguate. Se non si può imporre al venditore di pagarle subito, le multe non servono per cambiare questo stato di cose - dice Isabella Ruggiero presidente AGTA - Associazione Guide Turistiche Abilitate - e così sono sempre lì, gli stessi nei medesimi posti: davanti al Colosseo e all’ingresso della metro Ottaviano, anche lungo le Mura Vaticane e via dicendo. Servirebbe un gruppo di polizia turistica con training ad hoc». Intanto, però, il problema rimane. «Forse, non ci sono abbastanza forze dell’ordine o questa non è ritenuta una priorità, ma la questione c’è, il fenomeno è evidente, e comporta un danno d’immagine per la città. D’altronde, per certi versi, capisco anche le forze dell’ordine, se facendo le multe non si ottiene nulla, magari si preferisce dedicarsi ad altro».

Secondo Maria Evangelista, membro di GuidaTuristicaRoma, «I venditori abusivi sono sempre gli stessi, come i “saltafila”.

Non demordono. La situazione, specie intorno al Colosseo, è una giungla. Vendono souvenir, si avvicinano mentre stiamo spiegando e non possiamo neppure contestare, abbiamo paura». Non va meglio vicino ai musei Vaticani. «Colosseo e Vaticano sono le due zone dove si concentra il turismo di massa - prosegue - si percepisce il senso di insicurezza. Quando ho iniziato a fare questo mestiere, proprio davanti ai Vaticani, più di una volta mi si è avvicinato un abusivo, bengalese, dicendomi che non potevo stare lì, che quella era la sua zona e aggiungeva: «La prossima volta che ti vedo, so io cosa farti». Ero terrorizzata e mi sono allontanata. Oggi, ho 43 anni, sono più matura, ma ricordo bene la paura di quei giorni».

La “mappa”, nel frattempo, si allarga. Tra saltafila e quanti propongono souvenir, gadget o bottigliette, i venditori abusivi “noti” arrivano fino a San Pietro, a Porta Angelica, davanti alla metro, ma anche in piazza Venezia e al Circo Massimo. «Mi sembra che in tanti anni non sia cambiato nulla - commenta Federica Carpinelli, guida di Art-Tur - diciamo che ormai ci abbiamo fatto il callo. E vale anche per la guide abusive, tra chi ha il falso patentino e a volte, autisti dei pullman. I controlli peraltro sono pochi. Io, in vent’anni, sono stata controllata solo due volte». «Si vede che c’è un’organizzazione alle spalle - dichiara Filippo Buroni, guida per l’associazione Roma Incantata - molti arrivano insieme e insieme vanno via. Si mettono in prossimità degli accessi del Colosseo. E magari, se uno non lo vedi per due mesi, è solo perché ha cambiato lato, passando da piazza Venezia al Circo Massimo». Per le guide, il suk è difficile da spiegare.

«Gli stranieri non capiscono perché davanti al Colosseo vedono gli agenti ma anche gli abusivi - afferma Ruggiero - E lo stesso accadde anche con i “saltafila” e le guide abusive. Pare si sia creato un clima di tolleranza generalizzata all’insegna del “vivi e lascia vivere”, ma quest’illegalità si è ormai infiltrata nel territorio ed è difficilissima da sradicare». 
 

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