In estate c’è chi rinuncerà a coltivare per le eccessive spese per il pozzo artesiano. I banchi del pesce, invece, in alcuni casi ieri erano dimezzati: «Con lo sciopero dei pescherecci di Civitavecchia è un disastro». E se prima si usciva dal mercato con tre buste piene di verdura, «oggi si spendono 10 euro e non ti porti a casa nulla...». Ma si continuano a preferire i banchi perché «i prodotti costano meno rispetto al supermercato». C’è rassegnazione tra i clienti e i gestori dei banchi dei mercati rionali per gli aumenti dei prodotti causati «dal costo del gasolio, dell’elettricità e dalla guerra».
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TRA RABBIA E RESISTENZA
Al mercato Laurentino Roberto Mancini, coltivatore di Velletri ammette: «Se continua così questa estate dovrò rinunciare a coltivare, per innaffiare ci vorranno migliaia di euro di elettricità.
LA MAPPA
Al mercato Alberone, tutto lievita nonostante gli operatori facciano di tutto per contenere i costi e non far sentire le ricadute sui clienti. Per via del costo della benzina, spiega Enrico dietro il banco della carne, «noi lavoriamo solo su gomma e i trasportatori hanno aumentato i prezzi, questo si traduce in un euro almeno in più sulla carne, il pollo è passato da 10.90 euro al chilo a 11.90, il tacchino da 10.90 a 12.90. La bistecca da 21,90 a 23.90». A fianco, nel banco del pesce La Paranza Stefania Zolla spiega che «cerchiamo di garantire la stessa qualità cercando di contenere i prezzi, ma non è facile, sempre per via dei trasporti e gli scioperi, oggi i gamberi sono aumentati di 5 euro». A quanto pare da Natale sono a 32 euro, il polpo invece è passato dai 25 ai 32 euro, «il rombo, un guaio, aumentato di 10 euro al chilo, da 25.90 a 35. Anche il salmone si paga 3/4 euro in più. Il polpo è aumentato molto, i calamari sono stabili come la sogliola e il dentice. Aumentate le vongole da 15.90 a 18.90, raddoppiato il merluzzo, impennata dei totani». Insomma, lievitano polpo, seppia, rombo, merluzzo e vongole, anche le alici e il filetto di pesce spada. E svettano pure le uova, spiega Davide Volo. Al banco del pane e della pasta affianco spiegano che finora i rincari li hanno assorbiti loro, al massimo ci sono stati rialzi di un euro. «Forni, corrente, costi di gestione, gas e corrente influiscono, da qui a fine mese ci saranno dei rincari e non so se riusciremo a reggere». Nell’Urban cafè di via Marini, Daniele e Paolo ammettono: «Aumentati i prezzi di caffè, latte e pasticceria».
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