Villa Flaminia, chiude il centro sportivo vip di Roma: che fine faranno gli abbonamenti? La rabbia degli iscritti: «Ridateci i nostri soldi»

L'avvocato: "Gli abbonati hanno diritto ad ottenere il compenso pagato. Si dovrà però valutare in che modo farlo e non credo sarà semplice in quanto un eventuale azione legale costerebbe più di quello che si deve recuperare».

Villa Flaminia, chiude il centro sportivo vip di Roma: che fine faranno gli abbonamenti? La rabbia degli iscritti: «Ridateci i nostri soldi»
di Veronica Cursi
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Martedì 13 Dicembre 2022, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 09:44

Centinaia di abbonamenti in fumo, alcuni sottoscritti addirittura appena un mese fa. Famiglie che molto probabilmente non rivedranno più i loro soldi e bambini che, a metà dell'anno scolastico, devono dire addio ai loro corsi di calcio, basket, nuoto e danza. Senza preavviso.

Da ieri il centro Sportivo Villa Flaminia ha chiuso i battenti. E in tantissimi ora sono sul piede di guerra. Non solo gli abbonati del centro che ieri mattina si sono visti arrivare i vigili fin dentro la palestra. Ma anche i genitori degli studenti della scuola, uno dei più rinomati istituti privati di Roma nord, che - a causa dei sigilli - hanno dovuto sospendere le lezioni di nuoto previste durante l'orario scolastico (gli studenti, infatti, utilizzano la piscina del centro per i corsi mattutini). Per molti di loro, la chiusura è stata una vera e propria doccia fredda.

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La rabbia delle famiglie

«L'istituto ci avrebbe dovuto quantomeno avvisare - si sfoga Valentina D'Alessio, madre di quattro figli di 4, 8, 12 e 16 anni - La cosa assurda, infatti, è a che a ottobre il centro ci ha comunicato che per gli studenti della scuola c'era il 15% di sconto sui corsi.

Ma, proprio la scuola, poi, li ha fatti chiudere. Io ho pagato per i miei figli, da settembre a giugno, quasi 4 mila euro.  I miei due figi maschi fanno nuoto agonistico, oltretutto tra poco sono previste le gare e saranno costretti a spostarsi in altre strutture, uno di loro gioca anche a basket, mentre le bambine fanno tutte e due danza  Nessuno mi aveva mai avvisato della situazione. E tutt'ora io non so se rivedrò mai i miei soldi. Al momento non sono riuscita a parlare con nessuno, ma lunedì avremo un incontro con il preside del Villa Flaminia per capire cosa succede». 

Nella stessa situazione tantissimi altri abbonati che, come lei, rischiano di perdere i soldi: «Ho rinnovato l'abbonamento per mia figlia di 20 anni un mese fa, a fine novembre- tuona Raffaella Gandini - Mi hanno applicato lo scontro Black Friday per cui ho pagato 210 euro invece di 300 per 3 mesi, ma a nessuno è venuto in mente di dirmi che il centro rischiava di chiudere. E adesso non sappiamo neanche se e quando riaprirà». La crisi del centro però era nell'aria già da quest'estate. Molti raccontanto che «non accendevano l’aria condizionata nonostante si morisse di caldo e l'acqua della piscina anche ora, nei mesi invernali, era gelata».

 

L'email del centro sportivo

Solo oggi agli iscritti è arrivata una email: «Cari soci, ci duole informarvi che tutti i tentativi posti in essere dal Villa Flaminia non sono bastati per evitare la chiusura del Centro avvenuta in seguito ad un'azione promossa dalla Provincia Della Congregazione Dei Fratelli delle Scuole Cristiane.  La pandemia e il successivo rincaro energetico, che ha moltiplicato i costi delle utenze, hanno innescato una serie di impegni gestionali insostenibili considerato anche l’entità del canone rimasto sempre elevato ai livelli precovid, anche malgrado le nostre molteplici segnalazioni di difficoltà».
«Purtroppo - continua l'email - tutti i nostri sacrifici non hanno evitato questa chiusura che provoca, peraltro alla vigilia di Natale, forti preoccupazioni alle famiglie di 120 lavoratori, e pari disagi a migliaia di bambini, ragazzi e adulti privati della possibilità di praticare attività motoria.
Ci stiamo attivando in tempi brevi per trovare una soluzione per la riapertura del Centro, sperando che analoga volontà sia dimostrata dalla Provincia Della Congregazione Dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
Al più presto ci riserviamo di tornare ad aggiornarvi sugli sviluppi delle vicenda e  daremo a breve anche le eventuali modalità per il ritiro degli effetti personali lasciati negli armadietti».

La crisi

La struttura era entrata in crisi nel periodo della pandemia Covid per poi, come tante altre aziende romane, risentire dell’aumento fuori controllo della bolletta energetica. Si erano così accumulati debiti nei confronti della proprietà dell’area, la Congregazione provinciale dei Fratelli delle Scuole cristiane più noti come i Lasalliani - congregazione laica della chiesa cattolica fondata da santo Giovanni Battista de La Salle nella seconda metà del 1600. Per cui era iniziato un braccio di ferro con i Lasalliani che hanno tentato più volte di ritentare in possesso della struttura che è uno dei più grandi centri sportivi privati di Roma con 7 sale per palestra e fitness, tre piscine di cui una semi-olimpionica, un campo da calcio a otto, una pista di atletica, tre campi da tennis, parco giochi per bambini, uno chalet in stile provenzale per le feste, e un ristorante.

Lo scorso 2 dicembre, i proprietari si erano presentati per la seconda volta ai cancelli del centro sportivo con ufficiale giudiziario e carabinieri al seguito. Dopo una mediazione - il 9 era prevista un’udienza in Tribunale - lo sfratto era stato rinviato a oggi. Ieri mattina, l’epilogo con i sigilli apposti negli ultimi minuti al centro che, quindi, lascia senza lavoro, sotto Natale, una decina di dipendenti diretti e più di un centinaio di collaboratori. Oltre a centinaia di abbonati che aspettano di capire se rivedranno mai i loro soldi. 

Si potranno recuperare i soldi?

«La situazione, infatti, è abbastanza complessa - spiega l'avvocato Gianluca Chibbaro - Ci sono molte variabili che andrebbero valutate, come, ad esempio, la ragione giuridica della società, anche per capire chi e come risponde del fallimento. In linea di principio, comunque,  è chiaro che gli abbonati hanno diritto ad ottenere il compenso pagato per l’equivalente dei servizi non ottenuti dal centro sportivo. Tuttavia se la società è fallita non si potrà fare altro che cercare di inserirsi nel fallimento. Si dovrà poi valutare in che modo farlo e non credo sarà semplice in quanto un eventuale azione legale costerebbe più di quello che si deve recuperare».

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