Alla fine, nonostante i tentativi dell’ultim’ora, sono arrivati i sigilli su Villa Flaminia, uno dei più grandi centri sportivi privati della Capitale. La struttura era entrata in crisi nel periodo della pandemia Covid per poi, come tante altre aziende romane, risentire dell’aumento fuori controllo della bolletta energetica. Si erano così accumulati debiti nei confronti della proprietà dell’area, la Congregazione provinciale dei Fratelli delle Scuole cristiane più noti come i Lasalliani - congregazione laica della chiesa cattolica fondata da santo Giovanni Battista de La Salle nella seconda metà del 1600. Per cui era iniziato un braccio di ferro con i Lasalliani che hanno tentato più volte di ritentare in possesso della struttura che è uno dei più grandi centri sportivi privati di Roma con 7 sale per palestra e fitness, tre piscine di cui una semi-olimpionica, un campo da calcio a otto, una pista di atletica, tre campi da tennis, parco giochi per bambini, uno chalet in stile provenzale per le feste, e un ristorante.
Lo scorso 2 dicembre, i proprietari si erano presentati per la seconda volta ai cancelli del centro sportivo con ufficiale giudiziario e carabinieri al seguito. Dopo una mediazione - il 9 era prevista un’udienza in Tribunale - lo sfratto era stato rinviato a oggi. Stamattina, l’epilogo con i sigilli apposti negli ultimi minuti al centro che, quindi, lascia senza lavoro, sotto Natale, una decina di dipendenti diretti e più di un centinaio di collaboratori.
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