“Una buona scuola”, arriva il progetto socio-educativo per contrastare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo

Stamani la presentazione presso il plesso scolastico “Guglielmina Ronconi”. “Genitori, scuola ed istituzioni devono fare rete”

“Una buona scuola”, arriva il progetto socio-educativo per contrastare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo
di Alessia Perreca
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Mercoledì 22 Marzo 2023, 18:45

Un ragazzino di 14 anni minacciato da un compagno di classe con una pistola softair. Una ragazza presa a cazzotti da una sua coetanea per futili motivi e sempre qui, nella Capitale, un giovane con sindrome down picchiato da cinque 15enni, attirato in una trappola nel quartiere Ostiense e massacrato di botte. Sono gli ultimi di una serie infinita di episodi di bullismo che imperversano in diversi quartieri romani e con un numero in crescita in tutta Italia. Complice anche l’utilizzo dei social dove, spesso e volentieri, gli episodi di violenze, offese e sottomissioni vengono filmati e lanciati in rete. 

Per contrastarli  e promuovere un clima di inclusione tra i giovani è stato presentato - stamani - presso il plesso scolastico “Guglielmina Ronconi” di via Micheli, all’interno del Municipio II, il progetto socio-educativo e psico-pedagogico “Una buona occasione.” L’iniziativa mira anche ad offrire un supporto psicologico alle vittime del bullismo e rinnova il patto della comunità educante che vede il coinvolgimento della scuola e delle famiglie del territorio.

Secondo l’indagine condotta dall’Istituto superiore della Sanità e dai dati forniti dalla Polizia si evince quanto bullismo e cyberbullismo siano frequenti e colpiscono i minori con danni psicologici gravi: dall’ansia, alla depressione, alla disattenzione, all'impulsività. Nel dettaglio: circa il 15% dei giovani è vittima di bullismo con incidenza maggiore per le ragazze. 20% sono gli episodi che avvengono tra gli undicenni, ma il dato cala al 10% per i ragazzi più grandi. Un numero spaventoso quello che riguarda il cyberbullismo. Secondo il Moige, il 31 % dei minori ne è stato vittima almeno una volta. Circa il 54% dei minori in tutta Italia ha subìto episodi di bullismo.  E’ fondamentale, quindi, intervenire anche laddove determinati episodi - giudicati troppo frequentemente banali - possano avere un impatto disastroso sulla crescita dei ragazzi. 

“Quello di oggi vuole essere non solo un evento di sensibilizzazione, ma soprattutto un progetto realmente operativo per dare concrete soluzioni al problema”, ha dichiarato il Prof. Grauso, psicologo, psicoterapeuta e docente di Psicologia della Devianza all’Unicusano. “Ci  siamo resi conto - ha sottolineato - che di bullismo si parla molto ma poi, nella pratica, si fa ancora troppo poco. L’obiettivo di questa giornata, che proseguirà anche in altri Istituti di Roma, è di coinvolgere direttamente i ragazzi per raccogliere i loro bisogni, dalla loro viva voce, confrontarli tra loro e procedere all’analisi dei dati: un’attività che vedrà anche la collaborazione della criminologa Roberta Bruzzone.

Una volta che avremo compreso e tradotto i bisogni e i pensieri di questi ragazzi, presenteremo i risultati in Campidoglio per proporre un tavolo tecnico in collaborazione col Ministero dell’Istruzione e del Merito e della Sanità e con il coinvolgimento anche del mondo sportivo, dato che abbiamo già ricevuto la disponibilità della Lega Nazionale Dilettanti – Dipartimento Sociale della Figc, che ha aderito al progetto. Unire realtà sportive, enti ministeriali e il mondo della sanità in questo tavolo per fare insieme qualcosa in favore dei nostri giovani, è una delle azioni più concrete e costruttive con cui ritengo si possa fare davvero la differenza”.

Un monito importante quello espresso stamani nel corso della presentazione dell'iniziativa: famiglie, istituzioni e mondo della scuola devono aiutare i ragazzi, fare rete per cercare di arginare - sin dall’inizio - un fenomeno che nasce da un diffuso disagio e da una mancata attenzione sociale che può ”trasformare” i bulli in futuri criminali e le vittime in soggetti depressi. 

“Una delle motivazioni che ci ha spinto è la necessità di rafforzare il patto tra la comunità educante: famiglia, istituzioni e la scuola. Ognuno si assume la responsabilità della crescita del proprio figlio. E anche il Municipio deve fare la sua parte, sostenendo le istituzioni scolastiche”, ha commentato al Messaggero la Presidente del Municipio II, Francesca del Bello.

“Oltre al progetto "Buona scuola" - ha proseguito del Bello - bisogna aiutare le famiglie e le scuole affinchè possano assumere gli strumenti per loro stessi e per i loro ragazzi, utili per riconoscere e contrastare il fenomeno. Noi abbiamo dotato le scuole di sportelli di ascolto e supporto psicologico. Il bullismo è un fenomeno che va gestito con molta delicatezza. Coloro che mostrano comportamenti aggressivi nei confronti di coetanei, spesso, sono giovani che hanno bisogno di aiuto e di attenzioni particolari.” “Un altro impegno che abbiamo messo in campo come Municipio - ha concluso la Presidente - è di dotare ogni quartiere di centri di aggregazione giovanili dove è possibile socializzare attraverso attività auto-organizzate dai ragazzi stessi. Un lavoro che porteremo avanti con le Federazioni sportive. Tutti gli sport - soprattutto quelli di squadra - sono un valido aiuto per allontanare i ragazzi da ogni forma di violenza.”

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