Roma, la denuncia: «Sparite le ceneri di mio padre». Dieci inchieste sul cimitero di Prima Porta

I racconti choc dei familiari di defunti portati al cimitero Flaminio di Roma, che hanno subito il raggiro più crudele, sono decine

Roma, la denuncia: «Sparite le ceneri di mio padre». Dieci inchieste sul cimitero di Prima Porta
di Michela Allegri
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Mercoledì 18 Gennaio 2023, 07:13

«Sognavo di spargere le ceneri di mio padre nel mare. Invece, ho pagato per fare cremare la salma e, dopo mesi, ho scoperto che il corpo era stato inumato». I racconti choc dei familiari di defunti portati al cimitero Flaminio di Roma, che hanno subito il raggiro più crudele, sono decine. A travolgere il cimitero di Prima Porta non c'è solo l'inchiesta-scandalo sui cadaveri mutilati, con i parenti dei defunti convinti a pagare sottobanco per spostare le salme dei loro cari negli ossari, ignari del fatto che, in realtà, quei corpi ancora intatti sarebbero stati smembrati. I procedimenti su Prima Porta sono in tutto una decina e, dopo che l'Ama - la municipalizzata, assistita dall'avvocato Giuseppe Di Noto, è responsabile dei servizi cimiteriali - ha conteggiato un danno da capogiro - solo per il caso dei cadaveri fatti a pezzi si parla di 500mila euro - anche la Corte dei conti ha deciso di aprire un fascicolo sulla vicenda. I fronti sono diversi. Venerdì, per esempio, è fissata l'udienza preliminare a carico di un dipendente Ama accusato di avere rubato i denti d'oro dei defunti per poi rivenderli. Ma c'è anche un'altra inchiesta choc: quella sulle finte cremazioni.

I RACCONTI

In questo caso la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per 5 persone, responsabili di 4 diverse agenzie di pompe funebri, accusate di truffa aggravata: si sono fatte pagare dei parenti dei defunti per curare le procedure di cremazione delle salme. Un'attività che non sarebbe mai stata svolta: i corpi sono stati inumati d'ufficio, a spese dell'Ama. L'indagine è partita nel marzo 2020, dopo la denuncia del funzionario Ama responsabile del cimitero Flaminio.

Le conferme sono arrivate dalle dichiarazioni delle vittime. Elena ha raccontato di avere contattato un'agenzia funebre subito dopo la morte del padre: «Dopo la cerimonia mio padre veniva accompagnato a Prima Porta, dove sarebbe stato cremato per poi essere portato a casa». Elena ha detto di avere pagato in anticipo: «3.400 euro per funerale, cremazione della salma e urna. Da dopo il funerale, però, il responsabile, adducendo varie giustificazioni, ritardava di volta in volta la cremazione». A due mesi di distanza, l'11 marzo 2020, «mi hanno detto che finalmente mio padre sarebbe stato cremato», prosegue la denuncia. Invece, non era finita: «Il responsabile si è volatilizzato».

Corrado, invece, grazie alle indagini ha scoperto che le ceneri della nonna non erano ancora state tumulate: «Avevo pagato 3.600 euro - ha raccontato - Terminate le esequie accompagnavamo il feretro a Prima Porta, in attesa della cremazione». Le spese non erano finite: «Mesi dopo, il titolare dell'agenzia funebre mi chiedeva 550 euro in contanti per le spese relative alla tumulazione delle ceneri di mia nonna nel fornetto di mio nonno». Da quel giorno le risposte alle domande sono diventate evasive: «Una volta ha detto che la pratica era stata smarrita, un'altra volta ha detto che aveva avuto problemi di salute. Adesso ho scoperto che non è mai stata inoltrata all'ufficio responsabile nessuna richiesta». Poi c'è Francesco, che sognava di spargere in mare le ceneri del padre, «come ho fatto con le ceneri di mio fratello». Ha denunciato di avere pagato 3.500 euro. Era settembre, «mi dissero che per la cremazione ci sarebbe voluto un mese di tempo. A metà ottobre ho chiesto se ci fossero novità, dissero che c'erano stati problemi con la pratica». E ancora: «A metà dicembre il responsabile paventò scuse inverosimili, per poi sparire senza rispondermi più al telefono».

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