Sull'etichetta della bottiglia, elaborata in collaborazione con l'Istituto Europeo di Design di Roma - è raffigurato l'incontro di due mani di colore diverso che si stringono. Quando, lo scorso mese una delegazione sud-coreana è andata a visitare l'azienda di Grottaferrata e ha visto le fasi dell'imbottigliamento, «inizialmente è rimasta perplessa vedendo gli addetti all'operazione. Ma poi hanno parlato i risultati», spiega ancora Signoriello. La prima 'uscità pubblica del vino è stata all'Enoteca regionale di Via Frattina dove a far gli onori di casa c'erano, tra gli altri, il presidente di Arsial Antonio Rosati (che ha patrocinato l'iniziativa) e la consigliera Marta Bonafoni. «Lo dedichiamo a tutti coloro che hanno la forza e il coraggio di accogliere, di aprirsi al diverso, allo straniero, alle persone fragili - dicono i produttori -. Questo è il vino di chi non si arrende alle ingiustizie e alle disuguaglianze, Questo è il vino deisognatori che credono nell'impegno comune per restituire felicità alle nostre comunità».
E il progetto ha fatto breccia anche nel cuore di Pietro Bartolo, 'il medico di Lampedusa' ora in Europa, che ha mandato ai suoi promotori questo videomessaggio: «Progetti come il vostro rappresentano una speranza per costruire una società più giusta e inclusiva in cui nessuno deve essere lasciato indietro.
Il vostro servizio ci ricorda che siamo una comunità stando al fianco di chi ha bisogno di una mano. Mi auguro che possiate festeggiare ancora molti compleanni».
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