Roma, 40 concerti tra giugno e luglio: dai Maneskin a Paul Weller e Deep Purple. Gli ucraini Jinjer non ci saranno

A Capannelle treni speciali a 1 euro per raggiungere l'Ippodromo e anche un bus navetta

Roma, 40 concerti tra giugno e luglio: dai Maneskin a Paul Weller e Deep Purple. Gli ucraini Jinjer non ci saranno
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Martedì 3 Maggio 2022, 18:13 - Ultimo aggiornamento: 18:16

Torna la musica live a Roma a pieno regime. Dopo due anni di stop, a causa del Covid, il Campidoglio presenta "Rock in Roma", un calendario ricco di concerti: ben 40 nei soli mesi di giugno e luglio. 

Sarà un festival diffuso, che dalla periferia si diffonde e «contagia» anche il centro storico. Ecco la 12° edizione di Rock in Roma. Tre le location: il tradizione Ippodromo delle Capannelle con due palchi (il Red e il Black Stage), la Cavea dell'Auditorium - Parco della Musica e il Circo Massimo dove sono attesi il 9 luglio i Maneskin (per i quali il Comune sta organizzando anche un tributo speciale). L'evento - prodotto da Vivo Concerti e realizzato in collaborazione con Rock in Roma - è già sold out, come tutto esaurito è anche la doppia data di Blanco a Capannelle, segnale di come la voglia di tornare a respirare musica e di aggregazione sia tanta.

Un festival con aspirazioni europee che propone un cartellone multigenere, spaziando tra una varietà di artisti nazionali e internazionali sia già affermati che in ascesa.

C'è solo una data annullata: è quella del 22 giugno band metal ucraina Jinjer che a causa della guerra ha sospeso il tour. 

Capannelle

A Capannelle (previsti anche treni speciali a 1 euro per raggiungere l'Ippodromo e bus navetta) si esibiranno tra gli altri Achille Lauro, Ariete, Caparezza, Carl Brave, Cigarettes after sex, Guè, Litfiba, Madame, Rkomi, Chemical Brothers, Gazzelle, Gemitaiz, Willie Peyote. Apre il 10 giugno Noyz Narcos.

Auditorium Parco della Musica

La Cavea ospiterà invece i live di Brunori Sas, Deep Purple, Herbie Hancock, Patti Smith Quartet; Skunk Anansie, mentre nella Sala Santa Cecilia, si terrà il concerto di Paul Weller l'11 settembre. Il 5 luglio è attesa anche Omara Portuondo, cantante 92enne del leggendario gruppo cubano di Buena Vista Social Club. Un festival che strizza l'occhio anche all'ambiente, dichiarandosi evento a impatto zero, all'insegna della sostenibilità, e che non sostiene l'inclusione ospitando nelle sue aree Save The Children. «Sarà una stagione che vedrà Roma protagonista del rock e della musica dal vivo, poderoso momento di aggregazione - ha commentato il sindaco Roberto Gualtieri -. Rock in Roma è un festival di qualità che si inserisce nella nostra visione di una città inclusiva e sostenibile». A lui fa eco l'assessore ai Grandi eventi, sport e turismo Alessandro Onorato: «Bisogna ridare la giusta centralità al mondo del live e a Roma, che deve tornare a essere punto di riferimento in Europa. È una città dove non è difficile organizzare grandi iniziative come qualcuno ha voluto far credere in passato. Eurovision? Mi piange il cuore per come è andata la vicenda e di non averlo potuto avere a Roma: sarebbe stato un bell'omaggio ai Maneskin che sono un'immagine unica al mondo di talento, impegno e superamento di qualunque stereotipo».

Soddisfatti gli organizzatori, Sergio Giuliani e Maxmiliano Bucci. «Ci rimettiamo in cammino per riprendere quello che abbiamo lasciato in sospeso», spiega Giuliani. «Questi due anni di fermo per il festival hanno significato essere in un limbo fino a marzo-aprile. Abbiamo brancolato nel buio, ma sulla parte artistica non ci siamo mai fermati - ha aggiunto Bucci -, abbiamo recuperato concerti del 2020 e 2021 ma la cosa fondamentale è che la richiesta degli artisti di voler suonare è stata altissima. Va sottolineata anche la voglia del pubblico di tornare alla normalità. Ad oggi abbiamo già un record di vendite rispetto agli 11 anni delle passate edizioni». E mentre il festival riparte, sembra per il momento accantonata l'idea di unire le forze con il Roma Summer Fest, come era stato annunciato prima della pandemia. «Avevamo provato a immaginare un festival ancora più diffuso, "la città che suona" e promuoverlo all'estero - spiega Giuliani -. La pandemia ha fermato tutto e ripartire non è mai semplice. L'idea era interessante, vedremo se sarà possibile riprenderla».

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