Reb Concours, sull'Appia Antica la mitica Itala della Parigi-Pechino

Reb Concours, sull'Appia Antica la mitica Itala della Parigi-Pechino
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Giovedì 9 Giugno 2022, 20:29 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 08:46

Già vedendola da dietro e dalla targa di circolazione (TO 99999L) si intuisce che questa macchina è qualcosa di speciale. Affiancandola, la scritta enorme “Pechino-Parigi” toglie ogni dubbio. È proprio lei, l’autentica Itala che vinse la Pechino-Parigi nel 1907. Il principe Scipione Borghese riuscì a portarla dalla Grande Muraglia alla Torre Eiffel in appena due mesi, con un vantaggio di venti giorni sugli avversari. Questa automobile è una delle principali attrazioni del Mauto, il museo dell’automobile di Torino. Ma nei prossimi giorni sarà possibile ammirarla al Reb concours, la manifestazione che assegna il titolo di “Bella come Roma” alla vettura più emozionante fra le 70 in gara, nella cornice della Villa di Fiorano sull’Appia Antica, una splendida dimora all’interno del Parco Archeologico. Per lei in un certo senso Asarà come tornare a casa.

Borghese volle che gli fosse consegnata nella villa di Albano, pochi chilometri da dove l’auto sarà in mostra il 14-15 giugno. Per la preparazione l’auto fu subito affidata a Ettore Guizzardi, il fidato meccanico-chauffeur. Borghese lo aveva soccorso alcuni anni prima, quando il treno su cui il giovane viaggiava in compagnia del padre macchinista ebbe un grave incidente e deragliò in prossimità della residenza del principe. Il quale organizzò subito i soccorsi, consolò quel ragazzo per la morte del genitore, lo fece curare e poi lo mandò a studiare prima a Torino nelle officine Fiat e poi all’Ansaldo di Genova. Completati studi e apprendimenti, Guizzardi poté occuparsi del parco macchine e di ogni meccanismo che si fosse inceppato nella residenza dei Borghese. E fu lui a essere prescelto come meccanico dell’Itala nell’avventuroso raid da Pechino a Parigi.

La vettura fu imbarcata a Napoli per la Cina il 10 aprile del 1907. Borghese scelse quel modello anche perché l’anno prima un’auto simile aveva vinto la prima edizione della Targa Florio. Le modifiche più vistose riguardavano i due serbatoi supplementari da 150 litri l’uno (che avrebbero garantito - con quello di serie da 85 litri - un’autonomia di oltre mille chilometri); la sostituzione dei parafanghi con due assi da utilizzare come passerelle di fortuna; e la decisione di uniformare ruote anteriori e posteriori (averle della stessa misura riduceva la scorta delle gomme Pirelli da portarsi dietro). Borghese arrivò a Pechino qualche settimana prima della partenza e col fratello Livio, addetto commerciale della nostra ambasciata, mise a punto la strategia per superare le pesanti difficoltà iniziali: l’unico percorso per andare oltre le gole che portavano verso la Grande Muraglia decisero di farlo con l’aiuto di squadre di coolies, i trasportatori cinesi di qualsiasi bagaglio. L’auto fu praticamente smontata, rimasero solo le ruote, i sedili e il telaio che i coolies spingevano a mano in salita e trattenevano in discesa con apposite corde.

Inoltre con una canna di bambù della stessa larghezza dell’Itala misurò i passaggi più stretti e dove ritenne che l’Itala sarebbe stata in difficoltà, fece scavare all’altezza dei mozzi lo spazio necessario al suo transito. Dopo la partenza gli avversari arrancavano, Borghese prese subito il largo, la potenza dell’Itala fu determinante come pure aver brillantemente risolto il problema benzina (rifornimenti predisposti ogni 800 chilometri). Il 10 agosto entrò trionfalmente a Parigi.

All’Arena di Milano trentamila persone si radunarono per acclamarla. Poi, tornò in sede a Torino prima di essere spedita a Londra per essere mostrata anche agli inglesi che ne avevano seguito le gesta attraverso i resoconti sul Daily Telegraph scritti da Luigi Barzini, inviato del Corriere e ospite “pagante” a bordo per l’intera avventura.

Purtroppo al ritorno, durante le operazioni di sbarco nel porto di Genova, l’Itala venne fatta precipitare maldestramente dalla nave sulla banchina. Rimase come un relitto a marcire per anni in un capannone, finché Carlo Biscaretti di Ruffia decise di farla ripristinare e metterla poi al centro del museo dell’automobile, che prese inizialmente il suo nome. Alla fine degli anni ‘80 l’Itala fu revisionata pezzo per pezzo e ripercorse la Pechino-Parigi in carovana con altri 16 automezzi (tra cui quelli della troupe Rai, che realizzò una serie di special, e il camioncino delle Poste italiane che annullava a ogni sosta la speciale emissione del francobollo dedicato). Nel 2007, in occasione del Centenario, Overland le fece compiere (spesso a rimorchio di camion con sei ruote motrici) un percorso al contrario che avrebbe dovuto celebrare l’evento. Da allora, l’Itala gloriosa viene esibita in rare occasioni speciali. Per ammirarla da vicino bisogna andare al Mauto di Torino. Stavolta, sarà per due giorni la “reginetta” al Reb concours, sull’Appia Antica. Fuori concorso, perché questo “monumento a motore” non può avere rivali…

Durante i due giorni del Reb concours, dodici cardiologi coordinati dal professor Francesco Fedele, primario all’Umberto I, effettueranno screening completi in 30 postazioni sistemate nei locali al primo piano della Villa di Fiorano. Una iniziativa che va a inserirsi nel capitolo “beneficenza” che accompagna tutte le edizioni della manifestazione (in quelle precedenti, giurati, espositori e visitatori hanno permesso l’acquisto di migliaia di pasti per il Circolo San Pietro, la “mensa del Papa” per i poveri di Roma).

Le malattie cardiovascolari costituiscono tutt’oggi la prima causa di morte in Italia, con 240 mila vittime. La visita completa comprende tutta la documentazione e pure preziosi consigli per la indispensabile “manutenzione”. Il costo è di 20 euro, interamente devoluti all’Istituto nazionale ricerche cardiovascolari.

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