Quando l'anima rinasce sulla tela: vernissage d'autore al Museo Venanzo Crocetti

Musica e brindisi alla mostra di Cinzia Pellin "La storia delle donne"

Da sinistra, Cinzia Pellin scherza con Annalisa Insardà
di Federica Sbrenna
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Sabato 1 Aprile 2023, 22:12

Le donne appassionate e forti, quali sono? Nell’ottica di Cinzia Pellin, quelle che hanno deciso di coltivare il proprio talento, perseguendo l’obiettivo di realizzarsi e ce l’hanno fatta. Al Museo Venanzo Crocetti, sulla Cassia, inaugura la mostra personale dell’artista romana, “La vita delle donne”, una panoramica di volti ritratti su tela che fanno da specchio a 15 donne in carne ed ossa, raffigurate nelle loro espressività, più o meno artistiche. E a proposito di creatività ecco che arriva la cantautrice Amara: proprio come nell’opera che la rappresenta, improvvisa un’esibizione a cappella: sono tutti a bocca aperta, sembra che la voce dell’artista fuoriesca dal dipinto. Mentre si attende l’arrivo di Simone Cristicchi, l’applauso accoglie anche l’attrice Annalisa Insardà, protagonista della tela "To be or not to be".

Stavolta la performance riguarda l’interpretazione di un monologo, accompagnato dalle note della violinista Giorgia Rossetti. Direttamente da “Il paradiso delle signore” fa ingresso l’attore Emanuele Caserio, seguito dal maresciallo Antonella Spagnuolo e dalla modella Stefania Saettone. Presenti anche il regista Michelangelo Pepe e il giornalista Amedeo Goria.

Pellin, commossa, abbraccia le sue muse e ringrazia gli ospiti intervenuti. Cin cin al femminile e via ad approfondire l’intensità degli affreschi. Si tratta di «donne che, al di là degli stereotipi nei quali sono state incatenate per troppo tempo, hanno scelto di vivere al 100 %», spiega l’artista. La scelta delle persone da ritrarre è ricaduta sulla bellezza in tutte le sue forme, con particolare attenzione agli interessi della pittrice, quindi la natura, gli animali, le arti, lo sport e la giustizia.

Figura infatti, tra le altre, la campionessa di ciclismo Marta Bastianelli. E a chi pone qualche interrogativo sul sociale, Pellin risponde: «non ho voluto toccare temi come la violenza o altri aspetti negativi della società perché ci sono già abbastanza artisti e manifestazioni che lo fanno. Ho preferito lanciare un messaggio positivo e lavorare sul rovescio della medaglia: non più vittime ma punti di forza». Il vernissage, curato da Alberto Dambruso e fruibile fino al 13 aprile, evidenzia la capacità di restituire all’osservatore la forza psicologica di ciascuna persona ritratta. Di ogni donna, di fatto, si evince la figura ma soprattutto l’anima.

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