Festa di Roma, con “The Fabelmans” il battesimo del cinema del ragazzo Spielberg

Il nuovo film del regista premio Oscar nelle sale il 15 dicembre

Festa di Roma, con The Fabelmans il battesimo del cinema del ragazzo Spielberg
di Gloria Satta
4 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Ottobre 2022, 10:31

«The Fabelmans rispecchia la mia autobiografia, è il film più personale che abbia mai girato. Ma questo non comporta il mio addio al cinema: non ho nessuna voglia di andare in pensione». Parola di Steven Spielberg e sollievo degli spettatori del mondo intero che dal 75nne regista di E.T. e Schindler's List, vincitore di 3 Oscar, si aspettano sempre nuovi prodigi. Intanto, dopo aver vinto il premio del pubblico al Festival di Toronto, Spielberg ha scelto la Festa di Roma per l'anteprima italiana di The Fabelmans, da lui scritto con il drammaturgo Premio Pulitzer Tony Kushner e interpretato da Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle, Judd Hirsch.
IL PROGRAMMA
A Roma il maestro non è venuto ma il suo film ha colpito al cuore il pubblico della Festa: proiettato tra gli applausi all'Auditorium Conciliazione nel programma di Alice nella città e all'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone come titolo della stessa Festa (sarà in sala il 15 dicembre), è un racconto di formazione che si snoda tra sentimenti, passioni, desideri, emozioni forti. Protagonista è un adolescente (LaBelle) innamorato del cinema. Per coronare il suo sogno di diventare regista, prova a creare gli effetti speciali in casa sperimentando i mezzi più creativi. Seguirà poi il padre, geniale ingegnere (Dano) nei suoi spostamenti di lavoro, subirà l'antisemitismo dei compagni di scuola-bulli, assisterà alla crisi coniugale dei genitori mentre la vitalissima mamma (Williams) non smette di incoraggiare la sua passione: «I film sono sogni che non dimenticherai mai», dice al ragazzo in una scena particolarmente tenera, «fai sempre quello che ti dice il cuore». Insomma, il film racconta la storia stessa di Spielberg che, cambiando solo i nomi dei personaggi, ha attinto ai suoi ricordi più intimi e scelto gli attori, ha spiegato, «capaci di ricordarmi le persone che mi hanno dato la vita e cresciuto permettendomi di inseguire i miei sogni». Il regista, che l'anno scorso aveva girato West Side Story, remake del cult di Jerome Robbins e Robert Wise del 1961, ha rivelato di aver scritto The Fabelmans durante la pandemia: «In quel periodo abbiamo avuto due cose in abbondanza: la paura e il tempo a disposizione. Io mi sono ritrovato a ripensare alla mia vita e, mentre la situazione peggiorava in tutto il mondo, ho concluso che era arrivato il momento di prendere di petto la mia adolescenza e sciogliere alcuni nodi rimasti in sospeso. E, come lo stesso cast sa bene, si è trattato di un'esperienza emotivamente difficile».

Festival del Cinema di Roma, Elodie premiata con una scultura di Boccadamo

Festa del Cinema di Roma 2022: nove dialoghi sul futuro del cinema italiano


LA LAVORAZIONE
A dire la verità, Spielberg aveva cominciato a pensare a questo film autobiografico 10 anni fa, durante la lavorazione di Lincoln, ma poi altri progetti avevano preso il sopravvento. Uno di questi era Il rapimento di Edgardo Mortara, ispirato alla storia vera del bambino ebreo sottratto alla sua famiglia nell'Ottocento per conto di papa Pio IX per essere allevato nella religione cattolica: dopo la rinuncia del regista americano (che avrebbe girato in Italia e aveva già scelto Alba Rohrwacher nel cast), la ricostruzione di quel fatto storico è stata rilevata da Marco Bellocchio che sta concludendo le riprese del nuovo film La conversione e il 10 dicembre a Reykjavik riceverà l'Efa, l'Oscar europeo, per la serie Esterno Notte (su Rai1 dal 14 novembre). Spielberg non sta però con le mani in mano: produce la serie di Baz Luhrman su Napoleone basata su una sceneggiatura di Stanley Kubrick e, come regista, ha appena diretto un videoclip per per il cantante inglese Marcus Mumford, marito dell'attrice Carey Mulligan. Poi dirigerà il nuovo film: Bullit, come l'action movie di Peter Yates (1968) con Steve McQueen e leggendarie scene d'inseguimenti. E non sarà un remake, questa volta, ma un sequel.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA