"Aristotele trap" - miti, sogni, valori e disvalori nella relazione tra giovani e denaro: l'evento a Palazzo Altieri

Il tema discusso nell'evento "Aristotele trap - Miti, sogni, valori e disvalori nella relazione tra giovani e denaro” Tra i p​​​​​​artecipanti, il ministro Andrea Abodi e Leonardo Donato, editore di Fortune Italia.

"Aristotele trap" - miti, sogni, valori e disvalori nella relazione tra giovani e denaro: l'evento a Palazzo Altieri
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Lunedì 29 Maggio 2023, 19:18

Il tema dell’educazione finanziaria sarà al centro dell’evento “Aristotele trap - Miti, sogni, valori e  disvalori nella relazione tra giovani e denaro”, progetto realizzato dagli studenti del secondo anno accademico della Scuola Politica Vivere nella Comunità – in collaborazione con la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio – in programma a Roma martedì 30 maggio alle 17.00 (Scuderie di Palazzo Altieri, Via Santo Stefano del Cacco, 1).

Si tratta della presentazione di un saggio che, ripercorrendo gli ultimi 60 anni della musica italiana e internazionale, in particolare le canzoni che parlano di denaro, ricostruisce il rapporto fra società e ricchezza e la possibile influenza dei brani sulle opinioni delle persone.

All’evento, parteciperanno, tra gli altri, Andrea Abodi, Ministro per lo sport e i giovani, Stefano Lucchini, Presidente della Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio, Marcello Presicci, Co-fondatore della Scuola Politica “Vivere nella comunità”, e Leonardo Donato, ceo di We Inform, società editrice di Fortune Italia e del saggio.

“La musica è uno straordinario strumento di comunicazione – ha commentato Leonardo Donato, ceo di We Inform – capace, entro certi limiti, di toccare la gente, e in particolar modo i giovani, come non riescono a fare altre forme di linguaggio. Nello sviluppo del progetto, sono state raccolte una serie di canzoni, con significativi riferimenti al denaro e alla ricchezza, che sono state poi messe in relazione al contesto storico in cui sono state scritte. Si passa così dall’amore che non si può comprare di 'Can't buy me love' dei Beatles  alla critica verso la ricerca spasmodica della ricchezza raccontata da ' Money' dei Pink Floyd. Parliamo di due decenni l’un contro l’altro armati: i Sessanta con il pacifismo, i buoni sentimenti, le contestazioni studentesche; i Settanta con il primo boom informatico, la crisi energetica e il crollo e la nascita di diversi regimi, un periodo caratterizzato, rispetto al precedente, da brani musicali ancora più impegnati e critici.”

“Quello che colpisce in questa analisi – continua l’editore – è il brusco passaggio da brani leggeri e impegnati, dove non c’è una esaltazione del denaro, alla moderna musica trap, un genere che, invece, loda la triade sesso-droga-soldi, raggiungibile grazie al denaro. Così, ci troviamo dall’ostentazione dell’oro e delle macchine tipico del rap a un messaggio negativo: il denaro non è uno strumento per formare una famiglia, per esempio, ma il mezzo per soddisfare pulsioni e vizi.”

Nel mese di dicembre 2022, come attività preliminare all’analisi, è stato svolto un sondaggio con lo scopo di raccogliere dati in merito alla presenza di determinati temi, come i soldi e il guadagno, all’interno di molte canzoni, sia attuali che non, e alla loro percezione da parte del pubblico.

Il campione di persone individuate ha visto la partecipazione di soggetti, di età compresa tra 16-20 anni (43,9%), 20-30 (37,4%) e adulti (18,7%). 

La prima domanda posta ai soggetti partecipanti chiedeva loro se avessero mai ascoltato canzoni che parlassero di soldi o guadagno. Il risultato ha visto un’elevata maggioranza di risposte positive al quesito (81,5%). Dalla seconda domanda che chiedeva a coloro che avevano risposto positivamente alla prima se ritenessero che in questi brani venisse rappresentata un’immagine negativa o positiva dei soldi o del guadagno, emergeva come un’ampia percentuale, quasi la metà dei soggetti partecipanti (49,8%), un’immagine proposta negativa. La terza domanda voleva sondare se le persone ritenessero che i cantanti gestissero da soli e in autonomia i loro soldi, e quasi la totalità dei partecipanti (83,4%) ha risposto di no, evidenziando la scarsa fiducia nelle loro capacità gestionali. A ulteriore conferma, la quarta domanda, che chiedeva se i partecipanti avrebbero seguito i consigli di un cantante su come fare la spesa al supermercato e su come risparmiare, ha visto una grande fetta del pubblico (63,9%) rispondere negativamente. La quinta e ultima domanda chiedeva di descrivere con uno degli aggettivi proposti dal questionario il loro sentimento all’ascolto di testi con parole volgari: la maggioranza (42,2%) ha risposto “dipende dall’autore”, per molti (29,3%) “non cambia nulla” e solo il 17,6% invece ha risposto la presenza di questi termini nei testi delle canzoni che ascolta lo infastidisce.

“Oggi, ci chiediamo se sia possibile educare a un uso efficace del denaro attraverso i testi delle canzoni.  Di sicuro emerge un valore ambivalente dei soldi ma la cosa importante è che esiste una correlazione fra musica ed educazione finanziaria che racconteremo durante il convegno.”

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