Francesco Valdiserri, la lettera del papà: «Se bevete non guidate, mio figlio era un ragazzo puro che difendeva i deboli»

Il padre Luca si rivolge ai ragazzi: "Aveva la forza del sogno"

Francesco Valdiserri, la lettera del papà: «Se bevete non guidate, era un ragazzo puro che difendeva i deboli»
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Lunedì 24 Ottobre 2022, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 11:04

Francesco Valdiserri «era un ragazzo puro». Lo scrive il papà Luca, parlando del figlio morto investito a 18 sulla via Cristoforo Colombo a Roma. Ucciso da una ragazza ubriaca, Chiara Silvestri, di cui Luca Valdiserri e anche la mamma Paola di Caro non hanno mai fatto cenno in questi giorni.

La lettera

«Francesco era un ragazzo puro.

Non l’ho detto io, ma chi ha dato di lui questa definizione è arrivato al centro del cuore di Fra. Le poche volte che ho litigato con lui è perché io facevo il cinico quando lui difendeva sempre i più deboli, a partire dalle squadre di calcio più scarse che partecipavano al Mondiale. Per lui, il Togo poteva tranquillamente vincerli. Prima di Roma-Barcellona, la notte della «remuntada», il 10 aprile 2018, provò a convincermi che vincere 3-0 non era impossibile. Lui aveva la forza del sogno, io l’avevo perduta da tempo. Difendeva le sue idee con totale convinzione, con la tenacia che è solo dei ragazzi. A voi, amici di Fra, dico solo due cose: non perdete mai questa forza e, se bevete un bicchiere di troppo, non guidate. Non vi può salvare al 100%, lo abbiamo imparato nel più crudele dei modi. Se dovesse capitare qualcosa di terribile, però, non vivrete il resto della vita con il rimorso di essere stati voi a provocarlo», dice papà Luca sul Corriere della Sera, dove lavora.

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«Volevo ringraziare tutti, a partire da chi mi ha assistito in quella notte terribile. È stato fatto il possibile per cercare di salvare Francesco e chi ha interagito con me è stato corretto e spesso empatico: i vigili urbani che erano sul posto, i dirigenti di Tor Vergata che ci hanno permesso di dargli l’ultimo saluto in una sistemazione rispettosa del dolore, chi gli ha concesso un posto dove riposare che lui, per gli strani giri della vita, aveva nel suo cuore di piccolo poeta/cantante dark. Cercate Fra nell’aria, cercatelo nella musica, cercatelo dentro di voi nel ricordo che vi ha lasciato. Gli avete voluto bene, vi ha voluto bene. Non si offenderà nessuno se dirò che in cima alla lista del bene ci sono la mia meravigliosa figlia Daria e la mia straordinaria moglie Paola».

«Insieme - conclude - vogliamo tenere vivo il ricordo di Fra. Busserò a tante porte, so che molte sono già aperte e mi aspettano. Ci aspettano. Se anche uno solo tra i ragazzi che ci leggono non si metterà alla guida dopo aver bevuto, allora il nostro dolore sarà un po’ meno inutile. Se chi di dovere metterà in atto le misure possibili per evitare altre tragedie come la sua, allora Fra non sarà morto invano. Francesco non era un cantante, era il pezzo di una band, gli Origami Smiles. Da soli siamo perduti, insieme forse possiamo farcela».

 

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