Francesco Valdiserri, l'amico che l'ha visto morire: «Abbiamo sentito una sgommata, lui non si è accorto di nulla»

Niccolò, che era con lui quell sera sulla Colombo, ha suonato al funerale il brano di "Valdo"

Francesco Valdiserri, l'amico che l'ha visto morire: «Abbiamo sentito una sgommata, lui non si è accorto di nulla»
di Camilla Mozzetti
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Domenica 23 Ottobre 2022, 08:17 - Ultimo aggiornamento: 08:30

«Eravamo compagni di liceo, compagni di classe, amici fin da subito anche se Francesco era una persona singolare e le singolarità, soprattutto quando si è piccoli, a volte spaventano». Per loro è stato diverso: Niccolò e Checco, insieme fino alla fine. «Il suo più grande pregio era la gentilezza, riusciva in modo naturale a far sentire meglio chiunque, a riempire di complimenti veri e profondi gli altri. Era una persona molto attenta all'altro, al mondo interiore di tutti». La Capitale perde un ragazzo giovane Francesco Valdiserri - 19 anni li avrebbe compiuti il prossimo novembre - ucciso sulle proprie strade da una donna ubriaca che ha perso il controllo della propria auto e lo ha travolto. Niccolò, che quella sera era con lui, perde un amico, uno di quelli che già sai la vita non potrà mai toglierti. Ma invece a lui la vita Checco gliel'ha tolto.

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«Per quella donna non provo nulla», non c'è rabbia nelle sue parole quando ricorda gli attimi di quella sera «abbiamo sentito il rumore di una sgommata, l'auto ci è arrivata da dietro, Francesco non si è accorto di nulla», ricorda Niccolò al termine del funerale nei campetti di calcio dell'oratorio.

Il parroco che ha celebrato la funzione passa e lo ringrazia. Lui con gli altri componenti degli Origami Smiles hanno suonato in chiesa la canzone scritta da Valdo. «La band - ricorda Niccolò - era nata l'anno scorso, per noi due è stato il completamento della nostra amicizia, Francesco cantava e suonava la chitarra, io da prima e avevo una band che però si era sciolta e cercavamo un cantante. Ricordo che era febbraio e una sera eravamo io e Giulio, il bassista e c'era Checco». Da quella sera di inverno è nato il gruppo «Le prime prove erano andate malissimo - aggiunge ancora sorridendo Niccolò - le avevamo fatte nell'associazione culturale Contro chiave che gestisce il papà del batterista ed erano andate male non per Francesco ma perché non c'era ancora il giusto affiatamento». Poi le cose sono cambiate, a tal punto da fare di questa band i giovanissimi un punto di riferimento non solo per gli studenti del liceo Socrate.

 


IL FEELING
«Tutto è cambiato quando abbiamo deciso di iniziare a scrivere cose nostre e Francesco voleva fare questo in realtà, aveva sempre detto che voleva dare qualcosa alla musica, voleva scrivere, voleva mettere il suo mondo nella musica ed è stato così». Dalla prima canzone scritta insieme «si è creata una magia fra noi». Quelle strofe e gli arrangiamenti sono risuonati ieri nella chiesa Santa Maria Liberatrice dove è stato celebrato il funerale di Francesco. «Si chiama Next morning e l'abbiamo scritta, testo e musica, lo scorso aprile. Eravamo nella casa al mare del bassista a Cerenova». Niccolò aveva scritto la parte musicale per la chitarra «ma mancavano le parole e lui l'ha improvvisata e sì, abbiamo anche la prima registrazione di quella volta perché mi aveva stupito: era riuscito così dal nulla a rendere memorabile quella canzone. L'abbiamo subito registrata perché dovevamo partecipare ad un contest di band Tour music fest e dovevamo inviare una canzone originale, eravamo soddisfatti ma sapevamo che c'era molto su cui lavorare e non abbiamo perso tempo». Tant'è che gli Origami hanno iniziato ad esibirsi dal vivo, due live proprio nelle scorse settimane uno alla Stazione birra e l'altro al Centro sociale La strada di Garbatella, solo il 15 ottobre scorso, organizzato dal liceo Socrate. «Ci siamo divertiti un sacco sul palco, poi è arrivato mercoledì era il compleanno di Giulio - conclude Niccolò - avevamo visto un film al cinema Margini che parla di una band punk, lo volevamo vedere da tanto. Alla fine del film eravamo rimasto io e Francesco, lui doveva prendere l'autobus o la metro per tornare a casa ed è successo tutto in fretta. Non si è sentito nulla, solo una sgommata un decimo di secondo prima, alle spalle, l'auto è passata accanto a me, lui per fortuna non si è accorto di nulla».

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