Si è approfittato di lei, del suo ritardo psicologico, per abusarne, addirittura sotto la minaccia di una pistola. L’ha obbligata a salire sulla sua auto, quindi l’ha portata in uno spiazzo isolato, tra le case popolari del Torrino e la ferrovia della Roma-Lido, lontani da occhi indiscreti, per sottoporla alla violenza. Puntandole l’arma alla tempia. Un’arma che solo successivamente si è rivelata una scacciacani caricata a salve. È successo venerdì pomeriggio, intorno alle quattordici. La zona è quella di Tor di Valle, la vittima è una trentacinquenne, l’aguzzino un uomo ora sottoposto a fermo di polizia per violenza sessuale.
I CONTROLLI
I fatti.
LA PERQUISIZIONE
La vittima, alla vista degli agenti, è scoppiata a piangere sollevata dell’arrivo insperato della volante, mentre lui, un uomo sulla trentina, ha cercato di accampare giustificazioni, ripetendo che era innocente: «Lei è la mia amante, è consenziente». I poliziotti non gli hanno creduto. Anzi hanno perquisito la macchina trovando la pistola di cui la donna aveva parlato. L’arma era priva del tappo rosso e caricata con proiettili a salve. Inoltre, sono stati trovati altri proiettili. Salta fuori anche della droga che l’uomo ha provato ad accollare alla donna.
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LA PAURA
La vittima e il suo aguzzino sono stati portati al commissariato di zona dove sono scattati ulteriori accertamenti. L’uomo è un italiano, della provincia di Roma, un insospettabile che, in passato, ha anche ricoperto incarichi pubblici, ma che attualmente vive come un senza fissa dimora. Mentre la vittima è risultata essere affetta da un lieve ritardo psicologico. Fatto che aggrava la posizione dell’aguzzino. «Io non volevo - questo il drammatico racconto della trentacinquenne agli investigatori - ma lui mi ha obbligato a salire sulla sua auto dove mi ha minacciato di morte con quella pistola. Ho avuto il terrore che mi potesse uccidere e allora ho fatto tutto quello che lui mi diceva. Ho avuto paura. Ho davvero temuto che potesse uccidermi».
Non solo la minaccia della pistola. L’ipotesi è che l’uomo abbia attirato la donna in trappola promettendole anche dello stupefacente. Nell’auto, di fatti, gli investigatori hanno rinvenuto una decina di dosi che il presunto stupratore ha nascosto nei vestiti della donna per allontanare da sé i sospetti e apparire del tutto innocente. Stratagemma che non lo ha risparmiato dal dovere rispondere anche di spaccio di droga. Ma lui ha ribadito convinto: «Io non ho fatto nulla. Sono solo invenzioni di quella donna». Ma gli investigatori non gli hanno creduto. È scattato per lui un fermo con l’accusa di violenza carnale aggravata.