Non potrebbe non notare un’altra cosa, e cioè che gli anziani (e gli invalidi) sono dappertutto. La città – come tutte le città americane – si è attrezzata per rendere la vita più facile per i loro seniors i quali, come in tutto il mondo sviluppato, rappresentano una percentuale sempre maggiore della popolazione. Dovunque si va, ci sono anziane in giro, che si aiutano con un deambulatore walker o con un rollator (walker con ruote) o, se non se lo possano permettere, con un semplice carrello della spesa, quelle che hanno quattro ruote anche essi e che aiutano a mantenere l’equilibrio. Tutti gli autobus hanno meccanismi di piegamento (laterale) in modo che i gradini si abbassino al livello del marciapiede e tutti sono attrezzati con una specie di ascensore alla porta posteriore in modo che le sedie a rotelle possano salire facilmente.
Due settimane fa ho scritto che per una straniera come me, invecchiare a Roma potrebbe essere la scelta giusta; soprattutto per il sistema sanitario nazionale e per i prezzi più bassi di diversi servizi. Ora vi dico che invecchiare a Roma potrebbe invece non essere una buona cosa, soprattutto per chi come me è innamorata del centro storico e ha la fortuna di abitarci, proprio per le cose descritte sopra che qui o mancano o se esistono, esistono in modo insufficiente. Per questo, gli anziani – e per anziano non intendo i sessantenni – si vedono meno, e questo vale ancora di più per gli invalidi.
Parliamoci chiaro. I sampietrini saranno caratteristici ma camminarci sopra può essere difficile anche per chi è ancora giovane, figuriamoci persone con problemi di movimento o di equilibrio. Gli scivoli agli angoli dei marciapiedi sono ancora troppo pochi. Le macchine sono parcheggiate in modo disordinato e illegale. I motorini sono spesso lasciati incustoditi sul marciapiede. Non per niente molti anziani e molti invalidi sono quasi prigionieri a casa loro. O hanno un accompagnatore o al massimo si possono permettere di arrivare alla panchina sotto casa, se ce n’è una.
Inoltre, ai semafori mancano i suoni a tempo che servono a fare capire a una persona non vedente – o che vede poco – quanto tempo ha per attraversare la strada. A New York, infatti, si vedono spesso i non-vedenti perché vanno in giro da soli con il bastone. Qui non si vedono mai e non ci vuole mica una laurea in fisica per capire il perché.
Giornalista e blogger
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