Mentre il macellaio di quartiere ha chiuso bottega per essere sostituito prima da un pub e poi da un ristorante, diventato meta ambitissima per turisti, loro ci regalano un angolo di ottimismo, perché hanno resistito nonostante tutto e si impegnano nella diffusione degli scacchi, perché giocare fa bene. Ogni mattina da 25, 30 anni si danno appuntamento, aprono due tavolini, portano le scacchiere e si mettano a giocare a scacchi da mezzogiorno fino a sera, sotto il fico.
Ma vediamo come tutto è cominciato. Piero Serafini, 68 anni, è il presidente di questo particolare circolo, lo ha fondato circa 30 anni fa e ha piantato l’albero, dove d’estate su questa bellissima piazza ci si può riparare all’ombra e recuperare uno spazio di tranquillità dal caos cittadino.
“Ho fondato questo circolo per passione e abbiamo chiesto al comune di Roma un’occupazione di suolo pubblico e stiamo aspettando che ce la diano, anzi vorrei sollecitare, perché in tutte le altre città europee esistono posti fissi come questo, dove tutti sono i benvenuti e si può imparare il gioco degli scacchi”, racconta Serafini.
I partecipanti al circolo degli scacchi di piazza del Fico sono 25-30 persone di tutte l’età, da 12 ai 90 anni, perché spiega Armando Tosone, 41 anni e vicecampione italiano degli scacchi lampo “sì può giocare a tutte l’età, non serve prestanza fisica, ma le principali doti sono la lucidità e la grande esperienza”.
Ed è così che, grazie alla passione di Serafini gli appassionati di scacchi si ritrovano tutti i giorni, persino con la neve, come due anni fa, e si sfidano con nuovi modelli di posizione e mosse vincenti.
Ma come è nata l’idea? “Trent’anni fa ho piantato questo fico, ci sono volute tre volte, ma alla fine è cresciuto forte e sta ancora qua. Sono stato spinto dalla passione per questo gioco, abito qui vicino e piano piano siamo cresciuti, l’età media dei giocatori è sui quarant’anni.
Tanti sono gli aneddoti da raccontare, come quando nel 2004 è venuto in piazza del Fico uno dei punti di riferimento di questa disciplina Garri Kasporov, che si è fermato da loro e ha mangiato anche una pizza e un cappuccino.
Sono tanti i turisti che, soprattutto d’estate, si fermano e giocano una partita, pensando di vincere ma, afferma Armando, “perdono regolarmente, anche se ogni tanto è capitato qualcuno molto abile”.
Ci sono Armando e Giorgio, che sono assidui frequentatori e Angelo, con la figlia, che da dieci anni gioca a scacchi in questo quartiere e spiega: “Vengo qui, perché mi piace la piazza e poi grazie al gioco siamo tutti amici”.
Non importa se le mosse portino allo scacco matto l’importante è giocare e divertirsi tra amici. Un’isola felice della città a cui aggrapparsi e per un paio d’ore dimenticarsi del traffico, del rumore e della velocità della quotidianità.
Prossimo appuntamento: mercoledì incontro con Sergio Mariotti, primo grande maestro di scacchi che darà lezione agli appassionati.