Santa Cecilia, a S.Andrea delle Fratte
una nuova casa per il conservatorio

Santa Cecilia, a S.Andrea delle Fratte una nuova casa per il conservatorio
di Laura Larcan
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Martedì 1 Ottobre 2013, 20:19 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 17:00

Sotto la targa in marmo dei Padri Minimi di San Francesco di Paola, adesso spicca la lastra in ottone che recita Conservatorio di musica Santa Cecilia. Il complesso cinquecentesco (con i virtuosismi secenteschi del Borromini) di Sant'Andrea delle Fratte, a due passi da piazza di Spagna, diventato ufficialmente la nuova sede dell’istituzione musicale. «La più antica del mondo», come sottolinea con un pizzico di orgoglio la direttrice, il maestro Edda Silvestri. Un laboratorio di liuteria, una grande sala per musica da camera, una sequenza di trentacinque aule per lezioni teoriche, tra composizione, solfeggio, armonia, con una specializzazione per chitarra e flauti. In tutto, 1600 metri quadrati.

Ambienti che nei lavori di riqualificazione non sono stati insonorizzati «Perché nessun conservatorio ha sale insonorizzate, neanche la storica sede in via dei Greci aveva previsto un simile intervento» precisa la Silvestri rispondendo alle polemiche sollevate a poche ore dalla cerimonia. «Tra l’altro, qui si terranno solo lezioni teoriche, tutto quello che si insegna non fa certo rumori molesti», aggiunge il maestro. Insomma, per non arrecare disturbo ai frati vicini, è stato spiegato, vi si terranno le lezioni di strumenti dal volume «discreto».

Stasera un’inaugurazione di festa, tra la banda della Marina e l’ensemble di flauti e liuti a spartirsi la scena nel chiostro affrescato. Un mix di esibizioni che rimanda alla storia degli inquilini di questo antico edificio che raddoppia ora la sede tradizionale dell’accademia in via dei Greci. Dopo essere stato confiscato con la presa di Roma (1870), il complesso in via di Sant’Andrea delle Fratte ospitò i Reali Equipaggi della Marina, per poi passare al V Reparto dello Stato Maggiore. Da convento a bene demaniale, passato per caserma e ora monumentale scuola di musica, all’indomani del protocollo d'intesa siglato otto mesi fa tra l'Agenzia del Demanio e il Ministero della Difesa per essere dato in concessione per diciannove anni rinnovabili al Conservatorio. A tenere a battesimo la nuova scuola, che aprirà le classi dal 3 novembre, il Ministro della Difesa Mario Mauro, il presidente dell’Agenzia del Demanio Stefano Scalera, l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente del Conservatorio Luigi Ferrari, e in rappresentanza del sindaco Marino, il presidente della Commissione cultura Michela Di Biase. Per la prima volta un «bene» passa dalla Difesa ad una emblematica istituzione scolastica italiana.

E per sfatare altre polemiche, come precisano dalla direzione, l’ammiraglio che occupava l’appartamento al piano terra del Complesso ha traslocato ieri (la porta oggi appariva sigillata). Ci son voluti tre lunghi anni, e tre crisi di governo, per arrivare alla dismissione della struttura a favore di Santa Cecilia. Un progetto curato dal maestro Silvestri, da sei anni alla direzione del Conservatorio. Tutto è iniziato quando Edda Silvestri scoprì che il patrimonio di caserme della Difesa sarebbe stato dismesso. Scrisse una lettera all'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta illustrando il problema della carenza di spazi del conservatorio. Iniziò la trattativa. Proprio all'ex sottosegretario Letta, il ministro Mauro ha rivolto parole di particolare intensità: «C'è un film che si chiama ”Sussurri e grida” - ha detto - Grazie a Letta che ha sussurrato molto, gridato poco e ottenuto più di tutti gli altri».

Il ministro ha infine sottolineato come l’operazione Santa Cecilia rientri in un quadro più ampio: «Il ministero della Difesa è da tempo avviato sulla strada della dismissione dei propri beni chiave, specialmente quelli che possono essere recuperati in servizi di pubblica utilità. Questa norma è nel Decreto del Fare che è stato appena varato e darà sempre di più la possibilità di ripetere il modello attuato con Santa Cecilia».

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