Processo Raggi, depone Frongia: ««Su Marra decise Virginia, ma non sapeva dell'aumento di stipendio»

Processo Raggi, depone Frongia: ««Su Marra decise Virginia, ma non sapeva dell'aumento di stipendio»
di Michela Allegri
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Sabato 6 Ottobre 2018, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 10:14
La decisione di promuovere il fratello minore dell'ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi? «La prese direttamente la prima cittadina». E il conseguente aumento di stipendio? «Lei ne è venuta a conoscenza solo quando la nomina di Renato Marra al vertice del dipartimento Turismo del Campidoglio era già formalizzata».

A raccontarlo, ieri nel processo a carico della sindaca di Roma, accusata di falso ideologico proprio in relazione a quella promozione poi revocata, è stato l'assessore allo Sport del Comune di Roma, Daniele Frongia, all'epoca dei fatti - ottobre 2016 - vicesindaco. Mentre il dibattimento arriva alle battute finali, l'assessore sembra fornire un assist all'inquilina del Campidoglio. Per i difensori della prima cittadina, gli avvocati Pierfrancesco Bruno, Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori, «proprio il fatto che la sindaca abbia avuto contezza della fascia stipendiale elevata in cui rientrava Renato Marra solo quando la circostanza finì sui giornali, conferma che la decisione di promuoverlo fu assunta in autonomia, senza l'obiettivo di assicurare alcun vantaggio».

IL FALSO
Tutto il processo ruota intorno alla fase che precede la scelta del nuovo dirigente: la Raggi aveva sottoscritto, in una missiva all'Anticorruzione, di avere designato Marra junior in autonomia, senza interferenze da parte dell'ex braccio destro. E in questo modo aveva allontanato da sè il sospetto che fosse Raffaele Marra il vero regista delle nomine in Campidoglio. Ma anche in un passaggio della deposizione di ieri, Frongia ha raccontato che nelle fasi precedenti quella nomina, sarebbe stato interpellato proprio Raffaele, il quale è poi finito a processo per abuso d'ufficio per non essersi astenuto dalle procedure di promozione del fratello. «Non conoscevamo i 200 dirigenti che avevano partecipato all'interpello - ha detto Frongia - quindi nella parte istruttoria chiedevamo informazioni a chi era già dirigente, anche a Marra».

ASSIST AI PM
Ma contemporaneamente, nel fascicolo processuale, arriva un atto che indirettamente potrebbe invece rafforzare la tesi della pubblica accusa. Perché nel decreto del gip di Roma che archivia la precedente accusa di abuso d'ufficio elevata alla sindaca Raggi, c'è scritto che lei avrebbe partecipato solo in maniera marginale alla scelta di Renato Marra per quell'incarico poi revocato. E che la gran parte della procedura l'avrebbe svolta Raffaele Marra, suo fratello, che all'epoca dei fatti godeva della massima fiducia della sindaca. Nero su bianco, il gip scrive: «Pur essendo vero che l'esecutività dell'assegnazione degli incarichi è avvenuta con ordinanza sottoscritta sia dal sindaco che da Raffaele Marra. L'intera istruttoria è stata curata dagli assessori e dal dottor Raffaele Marra».
Non solo: per il gip, la Raggi «prese parte alla procedura a cose fatte».

E in altro passaggio del documento si legge che «nel periodo in cui venne fatta l'istruttoria sulle nomine di oltre 1.500 candidati, il sindaco Raggi era in viaggio di rappresentanza in Polonia». Del ruolo svolto da Raffaele Marra aveva parlato anche l'ex assessore al Turismo Adriano Meloni: «La nomina di Renato mi è stata suggerita in un incontro presso l'ufficio di Raffaele Marra». Sempre nel corso di quella riunione sarebbe stato disposto il brogliaccio con i nomi dei candidati.
Anche Frongia - ieri- ha menzionato Meloni: «Non ho mai parlato di Renato Marra con Raggi. Di lui parlava spesso Meloni, che lo stimava». Le domande hanno riguardato anche il rapporto tra la Raggi e Marra senior. «Tra agosto e settembre 2016 ci fu un raffreddamento nei rapporti dopo che uscirono notizie sulla vicenda che lo coinvolgeva».
Ieri è stato ascoltato anche Luca Viggiano, all'epoca vice responsabile dell'ufficio del Personale: «Alla fine la decisione di nominare Renato Marra fu esclusiva del sindaco». L'attenzione si sposta ora al 23 ottobre, quando verrà sentita la Raggi. La sentenza è prevista per il prossimo 10 novembre.
 
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