Il Virgilio sgomberato resta chiuso per danni

Il Virgilio sgomberato resta chiuso per danni
di Marco Pasqua
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Lunedì 5 Novembre 2018, 08:32 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 08:06

Quando la polizia si presenta al portone di legno di via Giulia, poco dopo le 7 di mattina, i ragazzi, quasi tutti minorenni, stanno ancora dormendo. Chi è di guardia al check-point Virgilio, due banchi con sedie sistemate all'ingresso, a sbarrare l'accesso ai potenziali nemici dell'occupazione, lancia l'allarme: «C'è la polizia, correte». Gli agenti cercano di convincerli ad aprire la porta ma, di fronte alle loro resistenze, devono far da sé. Nessuna tensione, nessuno scontro, complice anche la sbronza della notte prima, iniziata con la visione di Fiorentina-Roma, continuata con una porchettata (aperta anche agli esterni), e proseguita con i brindisi alcolici di rito.

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Nelle aule che gli studenti, per 7 giorni a partire da domenica scorsa, quando è scattato il blitz che ha portato all'occupazione hanno trasformato in dormitorio, gli agenti trovano i resti dei bagordi, oltre ai danni già visibili. A terra, ci sono bottiglie di birra e vino, ma anche i resti degli spinelli. I banchi sono stati accatastati per i corridoi ma anche nel cortile: questi ultimi, in particolare, erano stati danneggiati dalle piogge. Disastrosa la situazione dei bagni, alcuni dei quali resi inagibili (forse, per allungare la sospensione delle lezioni). E poi, ancora: linee telefoniche non funzionanti, internet fuori uso, danneggiate le telecamere (in alcuni casi sono stati tagliati i cavi elettrici), pareti scarabocchiate, armadi aperti e il loro contenuto gettato a terra, oltre a rifiuti di ogni tipo. Per questo oggi la scuola resterà chiusa: una data di riapertura ancora non è stata decisa. Sono state chiamate le ditte di pronto intervento che dovranno ripristinare i bagni, ripulire le aule, sistemare i banchi, e verificare la presenza di altri danni
 
 


IDENTIFICATI IN 71
Nella scuola, polizia e carabinieri trovano 71 studenti, 23 dei quali maggiorenni. Degli altri 48, vengono avvisati i genitori. Alcuni, chiamati dalle forze dell'ordine, si sarebbero lamentati oltre che dell'orario («ma non potevate telefonare più tardi?», avrebbe esclamato qualcuno), anche dello sgombero stesso, difendendo l'operato dei figli. La polizia identifica tutti i ragazzi, riprendendoli, documento alla mano. Quei nomi serviranno ad arrivare ad individuare i responsabili dei danneggiamenti all'interno della scuola. I ragazzi raccolgono i loro oggetti personali: sacchi a pelo, coperte, nessun libro, stereo, c'è persino una postazione improvvisata da djset, per l'accompagnamento musicale. Gli occupanti riferiscono anche di aver avuto dei contatti con la polizia, prima dello sgombero: «La polizia avrebbe voluto che sgomberassimo la scuola già sabato, mentre noi studenti avremmo voluto lasciarla tra lunedì e martedì prossimi non si è riusciti a trovare una mediazione, ma certo non ci aspettavamo lo sgombero», dicono.

La Questura, da parte sua, ha aspettato la richiesta del preside per poter porre fine all'interruzione delle lezioni, decisa arbitrariamente da questa minoranza fuorilegge. Una richiesta che è arrivata nella giornata di sabato, quando, evidentemente, il preside non poteva più tollerare che poche decine di studenti tenessero in ostaggio la sua scuola. E a convincerlo a richiedere l'intervento della polizia, deve essere stato anche l'appello di docenti e genitori, con la quale si chiedeva ai ragazzi di interrompere quella protesta, per evitare di aggravare alcune criticità già emerse con lo stop ai corsi (dal pagamento degli stipendi del personale alla mancata elezione dei rappresentanti di studenti e genitori).

ANCORA IN PIAZZA
Nel pomeriggio di ieri, intanto, gli studenti sgomberati si sono riuniti in assemblea per decidere le eventuali mobilitazioni future ma, per adesso, si uniranno solo alla protesta dell'Usb, prevista per oggi, contro il decreto sicurezza. «Il Virgilio è nostro, non si tocca», scrivevano minacciosi ieri sui social, a poche ore dallo sgombero.
 

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