Villa Paganini, da parco-gioiello a regno del degrado in pochi anni

Villa Paganini, da parco-gioiello a regno del degrado in pochi anni
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 6 Giugno 2015, 21:05 - Ultimo aggiornamento: 21:31

​Da settecentesco parco-gioiello a regno del degrado e dei senzatetto: in poco più di 10 anni è scomparsa anche l'ultima traccia di decenza dal parco di Villa Paganini.

In via Nomentana bruciati almeno tre milioni di euro delle casse comunali, prosciugato il progetto – sempre del Campidoglio - che aveva giustamente puntato sull'acqua per il recupero di questo parco che nell'aprile del 2004 venne inaugurato dall'allora sindaco Walter Veltroni. Una meraviglia con laghetto, ninfeo e torrente in cui si specchiavano le targhe delle vie interne dedicate a italiani illustri fra i quali Massimo D'Antona, Pio La Torre, Marco Biagi, Giorgio Ambrosoli.

Oggi il film che l'ex primo cittadino girerebbe a Villa Paganini non avrebbe alcun lieto fine.

Del laghetto, del ninfeo, del torrente restano solo le impronte aride e invase dai rifiuti.

Alla voce “acqua” risponde ormai solo una fontanella accudita da chi porta i cani nell'area attrezzata, anch'essa malridotta e non certo per colpa dei frequentatori. Del verde manto erboso, che nel 2004 risultò così brillante da far pensare ai parchi londinesi, non resiste che qualche ciuffo spelacchiato. E figuriamoci che l'assessore all'Ambiente, Dario Esposito, il giorno dell'inaugurazione spiegò che “la manutenzione dovrà essere molto accurata visto lo straordinario prato per il quale chiediamo una mano a tutti i cittadini”.

Accurata? No, la manutenzione, nel corso degli anni, si è sempre ridotta fino a scomparire del tutto, come dimostra il pietoso stato di prati e di gran parte delle 80 (ottanta!) essenze storiche che erano state reimpiantate: dalle camelie alle canfore, dalle ginkobiloba ai cipressi. Difficile anche trovare un cestino per i rifiuti intero o non traboccante di immondizia.

E' impietoso il confronto tra le foto scattate in quel giorno luminoso di primavera e lo scenario polveroso che sopportano adesso i cittadini che, in numero sempre inferiore rispetto al crescere dei barboni, raggiungono il parco che prese il posto della cinquecentesca “vigna rustica” del cardinale Pierbenedetti. Nel tempo il parco di Villa Paganini era diventato uno dei più affascinanti della Capitale, con i suoi giochi d'acqua che non sfiguravano, fatte le dovute proporzioni, con quelli della dirimpettaia e principesca Villa Torlonia. Una storia di grande bellezza, quella del parco, che attraversa i secoli: ora sono bastati dieci anni di incuria per distruggerlo.

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