LA SORPRESA
Quando lunedì mattina il direttore della banca ha aperto gli uffici tutto sembrava normale ma appena entrato nel caveau la scena che si è presentata agli occhi era chiara. Sembrava appena passato un tornado. Decine di cassette forzate e aperte, il loro contenuto sparso per l'intero stanzone al piano di sotto. Sul pavimento poi c'era di tutto: documenti, carte, assegni, lettere. Le cose più preziose ovviamente non c'erano più. Tutt'intorno i rimasugli di un improvvisato pic-nic, segno che la banda è rimasta all'interno del caveau per molte ore, forse per due giorni. Resti di biscotti, bottiglie, carta oleata di un panino, mozziconi di sigarette.
LA PREOCCUPAZIONE
Adesso c'è preoccupazione fra chi, soprattutto residenti nel quartiere, aveva in custodia gioielli ma anche documenti di vario genere. Gli investigatori del commissariato Ponte Milvio e della polizia scientifica indagano sul furto e anche sulla dinamica. Resta il mistero sulla totale mancanza di segni di effrazione per entrare nell'edificio, né sulle porte o sulle finestre dell'istituto bancario di Vigna Clara. Avevano i codici? Qualcuno ha fatto da basista? È ancora tutto da chiarire così come il valore esatto della refurtiva fatta sparire dalle cassette di sicurezza (che potrebbe essere milionario). Gli agenti intanto stanno passando al setaccio le telecamere della zona per ricostruire tempi e modalità.
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