La fumata è tutta tranne che bianca. Al Comune che frettolosamente aveva annunciato l' «happy ending», i sindacati ieri hanno risposto picche: no, la nuova versione della riforma del contratto decentrato dei 24mila dipendenti comunali ancora non va bene. Perché, spiegano un po' tutte le sigle, nel caso dei vigili, è previsto un bonus produttività agganciato al numero delle multe effettivamente staccato dagli agenti, ma anche perché non sarebbero state inserite alcune richieste arrivate dal tavolo di confronto. E quindi niente firma, al momento. Una retromarcia rispetto all'intesa verbale raggiunta all'alba di giovedì, dopo una riunione fiume di quasi 17 ore con il vicesindaco Nieri, che sembrava avere prodotto il riavvicinamento decisivo tra le parti. Invece le dichiarazioni di Cgil, Cisl e Uil sembrano riportare le lancette dell'orologio a mercoledì scorso, prima del vertice, ma anche alle dimostrazioni di piazza degli ultimi mesi, allo sciopero generale di giugno, agli asili nido chiusi per le assenze delle insegnanti o alle strade lasciate sguarnite dai vigili.
LA SPACCATURA
Qualcuno però si smarca anche dal fronte dei sindacati.
GLI UFFICI
Per quanto riguarda i dipendenti amministrativi del Comune, i confederali lamentano invece alcune discrepanze sugli orari. Per esempio nel caso delle nuove aperture degli sportelli anagrafici fino a sera: «Se restano aperti fino alle 18.30 - protesta ancora la Cisl - i dipendenti non possono finire il turno proprio nello stesso momento, come invece sarebbe previsto». Il Comune per il momento non vuole riaccendere lo scontro. Ieri il vicesindaco Luigi Nieri, che ha la delega al Personale, ha detto che «se nel documento consegnato ai sindacati è saltato qualche punto su cui si era trovata l'intesa, questo sarà prontamente recuperato». Toni concilianti, che promettono altre concessioni, con il rischio che il nuovo contratto, annunciato come una «rivoluzione del merito», finisca per essere un compromesso al ribasso. Per ricucire con i sindacati, la road map tracciata dal Campidoglio è questa: domani verrà chiesto alle sigle di fornire l'elenco dei «punti mancanti», dopodiché si arriverà a un nuovo vertice per la firma di un pre-accordo. Il nuovo contratto, che a quel punto verrebbe votato dalla giunta, passerebbe poi al vaglio di un referendum di tutti i dipendenti. E' il momento della strategia, Marino non esclude in caso di nuove moine per annacquare troppo la riforma di procedere ancora con un atto unilaterale. La partita a scacchi non è ancora finita.