Vigili, retromarcia sui salari accessori: «No al bonus-multe»

Vigili, retromarcia sui salari accessori: «No al bonus-multe»
di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Domenica 18 Gennaio 2015, 05:51 - Ultimo aggiornamento: 09:55

La fumata è tutta tranne che bianca. Al Comune che frettolosamente aveva annunciato l' «happy ending», i sindacati ieri hanno risposto picche: no, la nuova versione della riforma del contratto decentrato dei 24mila dipendenti comunali ancora non va bene. Perché, spiegano un po' tutte le sigle, nel caso dei vigili, è previsto un bonus produttività agganciato al numero delle multe effettivamente staccato dagli agenti, ma anche perché non sarebbero state inserite alcune richieste arrivate dal tavolo di confronto. E quindi niente firma, al momento. Una retromarcia rispetto all'intesa verbale raggiunta all'alba di giovedì, dopo una riunione fiume di quasi 17 ore con il vicesindaco Nieri, che sembrava avere prodotto il riavvicinamento decisivo tra le parti. Invece le dichiarazioni di Cgil, Cisl e Uil sembrano riportare le lancette dell'orologio a mercoledì scorso, prima del vertice, ma anche alle dimostrazioni di piazza degli ultimi mesi, allo sciopero generale di giugno, agli asili nido chiusi per le assenze delle insegnanti o alle strade lasciate sguarnite dai vigili.

LA SPACCATURA

Qualcuno però si smarca anche dal fronte dei sindacati.

La Fiadel, con Gabriele Di Bella, attacca i confederali parlando di «dilettantismo sindacale», dicendo che «è ora di porre termine a finte battaglie». Cosa ha fatto rialzare le barricate ai confederali? Il fatto che, a loro dire, il nuovo testo inviato dall'Assessorato al Personale non conterrebbe tutti i punti concordati a voce nella riunione di giovedì. Quelli su cui si era trovata una pre-intesa. Non piace ai sindacati soprattutto uno dei nuovi bonus legati alla produttività dei vigili, a cui sono stati tolte le vecchie indennità distribuite “a pioggia” e senza nessun controllo. Nel mirino finisce quindi uno degli «indicatori di misurazione» per il rendimento degli agenti in strada: il numero delle multe elevate. Secondo Francesco Croce della Uil «i vigili non dovrebbero essere strumenti per fare cassa». Mentre per Giancarlo Cosentino della Cisl «gli agenti non sono il bancomat del Comune». Mancherebbero, nel nuovo documento, anche altre richieste dei sindacati, come l'indicazione di un limite al rapporto tra educatrici degli asili nido e i bambini che devono seguire, ma anche, sempre nel caso della scuola, alcuni chiarimenti sulle modalità di erogazione del nuovo salario accessorio, anche in questo caso collegato, per la prima volta, all'effettivo rendimento delle insegnanti.

GLI UFFICI

Per quanto riguarda i dipendenti amministrativi del Comune, i confederali lamentano invece alcune discrepanze sugli orari. Per esempio nel caso delle nuove aperture degli sportelli anagrafici fino a sera: «Se restano aperti fino alle 18.30 - protesta ancora la Cisl - i dipendenti non possono finire il turno proprio nello stesso momento, come invece sarebbe previsto». Il Comune per il momento non vuole riaccendere lo scontro. Ieri il vicesindaco Luigi Nieri, che ha la delega al Personale, ha detto che «se nel documento consegnato ai sindacati è saltato qualche punto su cui si era trovata l'intesa, questo sarà prontamente recuperato». Toni concilianti, che promettono altre concessioni, con il rischio che il nuovo contratto, annunciato come una «rivoluzione del merito», finisca per essere un compromesso al ribasso. Per ricucire con i sindacati, la road map tracciata dal Campidoglio è questa: domani verrà chiesto alle sigle di fornire l'elenco dei «punti mancanti», dopodiché si arriverà a un nuovo vertice per la firma di un pre-accordo. Il nuovo contratto, che a quel punto verrebbe votato dalla giunta, passerebbe poi al vaglio di un referendum di tutti i dipendenti. E' il momento della strategia, Marino non esclude in caso di nuove moine per annacquare troppo la riforma di procedere ancora con un atto unilaterale. La partita a scacchi non è ancora finita.