Roma, i vigili dicono addio alle moto: «Solo folklore, non servono più»

Roma, i vigili dicono addio alle moto: «Solo folklore, non servono più»
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 22 Marzo 2018, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 08:14
C'era una volta Otello Celletti, alias Alberto Sordi, libero di scorrazzare per le vie dell'Urbe a cavalcioni di una mitica Guzzi Falcone 500 coi guanti neri e l'elmetto di pelle, pizzardone doc. Altri tempi. Per la Municipale di Roma si chiude un'epoca. Addio alle moto. Poche, malmesse e guaste, le due ruote erano ormai appannaggio di un manipolo di agenti. «Più scenografiche che utili», raccontano con franchezza al Comando generale, che qualche giorno fa ha messo la parola fine a una vicenda che si trascinava forse da troppo tempo.

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Con una lettera, il nuovo numero uno della Polizia locale, Antonio Di Maggio, fresco di nomina da parte della sindaca Virginia Raggi, ha detto stop. Niente più moto, per nessuno, compresi gli uomini del Gruppo sicurezza sociale urbana, gli ultimi rimasti in sella, per dare la caccia ai venditori abusivi. La mossa nasce da una domanda: la motocicletta, oggi, è il mezzo più pratico per addentrarsi nelle viuzze del centro storico e rincorrere chi smercia paccottiglie ai turisti? Forse no. Meglio ripristinare i vecchi pattuglioni a piedi, per districarsi tra i monumenti, oppure muoversi con le auto di servizio. Certo, toccherà rinunciare a certe scene (e pose) da telefilm made in Usa, ma l'efficacia dei controlli dovrebbe giovarne, di questo almeno sono convinti ai piani alti della Municipale.

LE PROTESTE
Il pensionamento delle moto, per quanto ragionevole, sta creando un po' di maretta tra i sindacati. L'Uil, per esempio, due giorni fa ha preso carta e penna e ha scritto al nuovo comandante una lettera di protesta, spedita per conoscenza anche in Campidoglio. Nel mirino è finita proprio la «soppressione dei servizi moto-montati», che secondo il sindacato «per agilità e rapidità di intervento» rappresenterebbero «non solo un efficace mezzo di contrasto ai venditori abusivi», ma offrirebbero ai pizzardoni anche «la possibilità di un rapido ausilio ai colleghi comandati sul territorio, molto spesso in pattuglie isolate». Difficilmente, però, le moto dei vigili urbani torneranno a zigzagare per le strade di Roma, anche perché la decisione del neo-comandante sembra avere il pieno appoggio della giunta grillina.

TRADIZIONE E SERIE TV
Al di là delle schermaglie, tramonta un pezzo di immaginario collettivo della Città eterna, quello del vigile-motociclista che saetta tra l'asfalto e i sampietrini, con la paletta infilata sul cruscotto. Non è solo il Vigile di Sordi - pellicola di Luigi Zampa, 1960 - che pure ha contribuito in modo determinante a forgiare il personaggio nella mente del romano-medio, ma è tutta una galleria di foto e situazioni, spalmate in gran parte sulla seconda metà del secolo scorso, che ora finisce in archivio. Chi ha inforcato la sella in questi ultimi anni si sentiva un po' come in una serie tv, di quelle «ambientate a Miami Beach», racconta un vecchio vigile ormai prossimo alla pensione. E forse il punto è proprio questo, non siamo a Miami, ma a Roma.
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