Prendere i mezzi tutti i giorni a Roma, i pendolari confermeranno, spesso si trasforma in un'odissea. Perché basta davvero un nulla per arrivare tardi a lavoro, per perdere un treno, per far saltare un appuntamento. Basta l'arroganza e l'inciviltà di qualcuno che decide, chissà se per incapacità o per pigrizia, di parcheggiare una grossa Bmw per obliquo in uno spazio sufficiente a effettuare comodamente una normale manovra, occupando così una parte della carreggiata. Per esempio una domenica mattina, stamattina, alle 11.45, in via Salaria, in un tratto particolarmente stretto, lì dove la strada incrocia via Po.
Ed ecco il panico: arriva un primo autobus, che non ci passa ed è costretto a fermarsi e a suonare il clacson per avvertire il proprietario della macchina.
Arriva un carabiniere, dopo circa venti minuti, forse di più. Fra i pendolari increduli comincia a serpeggiare un'idea risolutrice, per quanto estrema: «Se ci mettiamo tutti insieme la spostiamo». Il carabiniere dice che non si può fare, che lui non può dare l'autorizzazione per ragioni di sicurezza, e che bisogna attendere l'arrivo del carro attrezzi. Chissà fra quanto, pensa qualcuno, chissà quanto sarà complicato tirare via una macchina del genere in uno spazio così ristretto. Arriva anche un vigile urbano, e ormai è passata più di mezz'ora.
Alla fine succede l'inevitabile. No, per fortuna per lui non arriva il proprietario, che comunque dovrà rispondere di interruzione di pubblico servizio. Ma la gente (quella che nel frattempo non si è avviata verso il centro a piedi) si stanca: una decina di persone si piazza attorno alla Bmw e la sposta di peso, fra gli applausi degli altri e l'allarme dell'autovettura che continua a suonare. Ecco, così inizia la giornata di un pendolare a Roma. E non è facile trovare qualcuno di loro che non possa raccontare episodi simili di cui ha avuto la sfortuna di essere testimone.