Roma, rivoluzione via del Corso: da luglio stop alle auto private

Roma, rivoluzione via del Corso: da luglio stop alle auto private
di Ernesto Menicucci
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Venerdì 22 Giugno 2018, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 08:16

L'idea, probabilmente, è venuta lo scorso 30 marzo, Venerdì Santo, quando un Tir turco bucò impunemente la green zone allestita per le festività pasquali e arrivò a ridosso del Parlamento. Lì è anche scattato l'allarme, su quanto può essere vulnerabile anche il migliore dei sistemi di sicurezza e si è deciso, al Viminale e quindi alla Prefettura, di correre ai ripari.

LA SICUREZZA
C'è voluto qualche mese, ma adesso ci siamo: dai primi di luglio un tratto importante di via del Corso diventerà off limits per le auto private. E quindi, naturalmente, anche per gli altri mezzi: tir, camion, moto. Stop al traffico, da largo Goldoni a via delle Convertite/via del Parlamento, le strade che intersecano il Corso poco prima di arrivare a piazza Colonna, per chi proviene da piazza del Popolo. Un tratto di circa 500 metri, nel quale potranno circolare soltanto autobus, taxi e Ncc, con una netta riduzione sia dell'inquinamento sia dei pericoli connessi alla marcia dei pedoni. Perché è vero che quel pezzo di strada è dentro la Ztl, ma è anche vero che l'accesso da via Tomacelli è uno dei più gettonati per entrare in Centro storico.
Così, a partire dall'episodio del Tir turco, su imput di Palazzo Valentini in Campidoglio si sono cominciate a studiare le soluzioni alternative, discusse anche all'interno di una commissione Mobilità, presieduta dal grillino Enrico Stefàno, uno dei quattro moschettieri M5S (era in Assemblea Capitolina, all'opposizione, già con la giunta Marino) e da molti considerato l'assessore ombra ai Trasporti.

LE RIPERCUSSIONI
Ora, dopo una serie di sopralluoghi tecnici e di simulazioni, il progetto è pronto. Si parte dai primi di luglio, con una data ancora da fissare: in Campidoglio circola, come ipotesi, venerdì 7 luglio ma l'ufficialità ancora non c'è. Di sicuro si sa che sarà la stessa Raggi, forse con un post, ad annunciare la novità che cambia comunque un bel pezzo della viabilità del centro. Chiudere alle auto il tratto interessato, infatti, avrà ripercussioni a catena su tutta la zona intorno. Sia perché, sostanzialmente, crea una riduzione del flusso di auto (anche di sera, quando il varco Ztl si spegne e le macchine quindi possono passare) anche tra largo Chigi e l'inizio di via del Tritone, sia perché al contrario può far congestionare tutte le vie (spesso quasi dei vicoli) intorno. La zona interdetta al traffico privato, infatti, partirà da via Tomacelli, all'altezza dell'incrocio con piazza Augusto Imperatore e piazza Monte d'Oro, dove verrà arretrata la stazione dei taxi che oggi è posizionata più avanti, quasi a largo Goldoni. E, quindi, chi vorrà dirigersi verso il Tritone, ad esempio, dovrà necessariamente entrare dal lungotevere, girare a Monte d'Oro, immergersi nei pertugi intorno a fontanella Borghese e dietro piazza San Lorenzo in Lucina per risbucare a piazza del Parlamento, il retro di Montecitorio. Giro tortuoso, e anche piuttosto disagevole. Gli effetti sul traffico, e anche sulle attività commerciali, sono tutte da verificare.

LE ALTRE IDEE
Di sicuro, tra le chiusure già esistenti e i progetti futuri, via del Corso diventerà sempre di più una strada auto free. L'altro piano che sta studiando l'amministrazione, infatti, è quello già anticipato dal Messaggero sul senso unico, e anche in questo caso solo per bus e mezzi pubblici, da piazza Venezia. Misura che dovrebbe favorire la circolazione degli autobus, migliorandone la velocità commerciale che in quel primo tratto si riduce a pochi chilometri orari, sia la sicurezza dei pedoni con l'allargamento previsto per i marciapiedi. Anche di questo si è già discusso in commissione Mobilità, anche se le criticità sono maggiori, sopratutto per quel che riguarda le linee Atac da spostare (tutte quelle che percorrono il Corso ad uscire, andando verso l'Altare della Patria). In Campidoglio si stanno studiando le soluzioni alternative, per non lasciare un intero quadrante senza fermate e per non ingolfare troppo via del Tritone e il traforo di via Milano, che rimarrebbero come uniche vie di fuga.
 

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