Verano: da Trilussa a Gassman, quelle tombe vip nell'oblìo

Verano: da Trilussa a Gassman, quelle tombe vip nell'oblìo
di Alessandro Di Liegro
3 Minuti di Lettura
Sabato 16 Novembre 2013, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 19:04

L'imperituro ricordo, riportato in migliaia di epitaffi, non sempre cos eterno.

Così capita che il luogo in cui riposano persone di fama immortale sia disadorno, dimenticato, in condizioni disagevoli o disastrate. Accade al Verano, il cimitero di Roma, dove, secondo la tradizione, vengono sepolti i veri romani. Lungo i viali alberati, fra ampliamenti, reparti, arciconfraternite, ecco le tombe di Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Rino Gaetano, Ferruccio Amendola, Trilussa e centinaia di personaggi che sono stati più o meno famosi, più o meno rilevanti in qualsivoglia campo dello spirito umano. E se la morte è una livella non si può dire lo stesso del grado di conservazione di lapidi e urne.

GASSMAN NEL LIBRICINO

Vittorio Gassman, ad esempio, riposa accanto al Quadriportico, ricordato da una lastra di marmo a forma di libricino che riporta la sua foto. Il nome di un altro attore, Ferruccio Amendola, compare, oltre che sul depliant illustrativo del cimitero (“Una passeggiata fra i ricordi – Le storie del cinema e dello spettacolo”), sulla lapide di famiglia, nascosto da un mazzetto scarno di fiori. Disadorna è anche la tomba della famiglia Rossellini, che Roberto visitava quotidianamente per il dolore di aver perso il figlio Romano. Pare ci passasse così tanto tempo da far montare un telefono nei pressi, per rimanere in contatto con gli studi cinematografici. L’apparecchio non c'è più, e nell'incavo del tubo, oltre agli aghi di pino, ci sono tappi di bottiglia e bicchieri accartocciati.

RINO GAETANO ASSEDIATO

La tomba del cantante Salvatore “Rino” Gaetano si individua facilmente grazie alle migliaia di scritte che campeggiano intorno alla foto, andando a invadere anche gli spazi consecutivi. Così come è presa d'assedio dai fan, così è presa d'assalto da vandali, l'ultimo dei quali lo scorso luglio ha divelto il marmo rubando una raffigurazione di un ukulele in afyon.

PIETRE DISASTRATE

In condizioni particolarmente disastrate è la cappella della famiglia Montessori, dove una pietra sepolcrale ricorda la pedagoga Maria alla quale non sono bastate né l'onore del volto sulle mille lire, né quello di una fiction basata sulla sua vita, per ricevere la dignità della cura del suo sepolcro. Nonostante sia stato inserito persino nei percorsi “turistici” dei depliant, il portoncino in ferro divelto è tenuto chiuso da una catena, con una pianta grassa a guardia della lapide che ricorda la prima donna italiana laureata in medicina. E chissà quanto le sarà duro l'esilio olandese ultraterreno, rispetto alla effimera vicinanza con il quartiere che ospitò la sua prima scuola.

Dimenticate sono anche le tombe di Giuseppe Ungaretti, Gianni Rodari, Aurelio Costanzo e Nanni Loy, con pochi e risicati fiori per onorarne la memoria. Il nome di Alida Valli si perde fra le centinaia di altri. Alcuni visitatori rimangono fermi e incuriositi da un piccolo monumento in bronzo, salvo poi salutare Ettore Petrolini.

TURISTI ALLA SCOPERTA

Gli appassionati turisti cimiteriali passeggiano costantemente lungo i viali, talvolta evitando le auto che sfrecciano con altrettanta costanza. Quantificare mediamente il numero di visitatori è difficile, soprattutto in periodi lontano dal primo di novembre. Aurore e Marie Hélène sono due ragazze francesi appassionate di cimiteri: «Siamo qui per curiosità – dice Aurore – è molto bella la parte d'architettura novecentesca». Cercano le tombe di Rossellini e di Mastroianni, leggono con difficoltà la mappa, stampata sui pieghevoli, che i servizi cimiteriali danno a disposizione degli ospiti. Un piccolo gruppetto di persone sono ferme a chiacchierare di fronte alla tomba di Alberto Sordi. «Il nostro è un omaggio» afferma Marianna, che viene dal Tufello. La cappella del “Marchese” è fra le più visitate, giorno dopo giorno. Non è così per altri protagonisti della storia e della cultura italiana. «Purtroppo a volte – dicono dalla dirigenza dell'Ama – siamo costretti a richiamare gli eredi affinché mantengano decorose le sepolture dei loro cari. È stato così per Paolo Stoppa, la cui tomba era in condizioni davvero inadeguate».

© RIPRODUZIONE RISERVATA