Roma, predoni all'assalto del Verano: rubati bronzo e rame dalle tombe

Una delle tombe depredate
di Elena Panarella
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Mercoledì 25 Ottobre 2017, 18:16 - Ultimo aggiornamento: 19:13

L’eterno riposo? Non vale per tutti i defunti. Al Verano, per esempio, nel giro di poche settimane, i ladri hanno visitato il cimitero con una certa frequenza: ora non si accontentano più dei vasi o delle croci di rame. Adesso a fare gola non è più l’oro rosso, o comunque non solo quello. È il bronzo (con cui sono realizzate alcune statue storiche che fanno da accessorio alle tombe murate a terra) a essere entrato nell’occhio dei malviventi che nei cimiteri (visto il numero dei furti) hanno modo di agire con estrema tranquillità. Le storie del cimitero monumentale sono quelle dei predatori che colpiscono nella parte più antica, al Pincetto, ricco di lapidi e sculture di pregio. «Ladri su commissione», si lascia scappare qualcuno.
 

 

La tecnica? Sempre la stessa. I malviventi si introducono all’interno del cimitero, mettono a segno il colpo, raccolgono il materiale in un punto preciso e poi quando possono tornano a prendere il bottino. In alcuni casi sono state mutilate le statue, per esempio agli angeli hanno sottratto le ali. A una cappella gentilizia invece sono stati tolti i canali di scolo. Insomma, un elenco infinito. Come gli immancabili candelabri, anche questi accuratamente nascosti, dietro le lapidi. Poi c’è l’altra faccia, quella del degrado. Cappelle riempite di immondizia, muri e cornicioni che cadono a pezzi senza alcuna recinzione. Infiltrazioni varie. Catene e lucchetti lasciati chissà da chi.

«Portare via i fiori o un vaso è semplice, ma statue o pezzi di marmo, candelabri, dipinti è tutta un’altra cosa - raccontano due operai intenti a ripulire una cappella - Basta farsi un giro per vedere quante sono le tombe aperte alla mercé di tutti. E poi la vede questa area storica del Pincetto? Si guardi intorno: sporcizia, erbacce ovunque, tombe, piccole cappelle lasciate al degrado che cadono a pezzi».

In effetti, vagando fra le tombe più antiche si leggono i segni del tempo: sculture pericolanti e protette da reti tagliate e arrugginite, croci spezzate, lapidi divelte, o più semplicemente l’erbaccia che avanza. Aghi di pino che seppelliscono addirittura le tombe stesse. C’è una tomba scoperchiata senza il marmo. C’è una cappella abbandonata, regalata ad una tribù di gatti, piena di scatole con giacigli e cibo putrescente. C’è un vialetto dove puntualmente qualcuno porta da mangiare ai corvi, pezzi di pollo e carne macinata, sparpagliati a terra e sui gradini. Tra gli alberi bassorilievi, lastre marmoree, suppellettili, candelabri vigliaccamente scempiate, distrutte, distaccate, rimosse e molto probabilmente trafugate.

«Esiste una problematica, nota da tempo, di tombe abbandonate di proprietà privata e locali in disuso che devono essere ristrutturati», spiegano alcuni operatori dell’Ama intenti a ripulire alcuni viali in vista del 2 novembre (commemorazione dei defunti). I viali dell’ingresso centrale sono pulitissimi, è vero. Ma il blasfemo e offensivo degrado in cui vengono lasciati da anni gli antichi sepolcri, non è certamente rimediabile in pochi giorni. Infatti, benché monumento nazionale, il Verano risulta praticamente in balìa della vegetazione, dell’azione sgretolatrice del tempo, dei vandali.

L'interrogazione e il sopralluogo. Questa mattina il consigliere regionale Fabrizio Santori (FdI) e quello capitolino Francesco Figliomeni insieme al Comitato a Tutela dei Cimiteri e a molti cittadini si sono ritrovati all’ingresso del cimitero monumentale per denunciare il grave stato di abbandono dell’area.  «Siamo qui per denunciare il grave stato di degrado che il cimitero Verano rappresenta, - dice Santori - come tanti altri cimiteri capitolini e in particolare quello del Flaminio a Prima Porta. Il Verano rappresenta il vero degrado in cui e’ stato lasciato un luogo sacro, dove tanti cittadini vengo ad onorare i loro cari».  «All’interno del Verano le radici degli alberi spaccano le tombe, il guano degli uccelli e ovunque e circa 150 opere d’arte delle 250 originariamente presenti, di Filippo Severati, sono state trafugate», ha sottolineato Figliomeni, che ha presentato un interrogazione al sindaco Raggi e all’Assessore all’ambiente Montanari. 

«Se e’ intenzione di questa Amministrazione - si legge nell’interrogazione - attuare un complessivo e immediato progetto di riqualificazione e valorizzazione di questo luogo di memoria, mettendo in campo tutte le azioni concrete in grado di migliorarne il decoro - e ancora si legge - se è intenzione dell’Amministrazione adottare provvedimenti urgenti volti a sgomberare i senzatetto che creano degrado e dormono negli angoli più appartati, vedi il retro del Quadriportico e del Viale a Serpa, lavandosi altresì nelle fontane funzionanti, nonché a rimuovere le roulotte stabili abitate da extracomunitari e senzatetto addossate al perimetro del muro esterno del cimitero, lato Circonvallazione Tiburtina». 

Ma il Verano e’ solo la punta dell’iceberg secondo Valeria Campana, fondatrice del Comitato per la Tutela dei Cimiteri Capitolini: «Scippi, furti e rapine sono all’ordine del giorno.
I parcheggiatori abusivi dettano legge a suon di minacce. Non manca lo spaccio di droga, che ho visto con i miei occhi, al cimitero Flaminio. Non riusciamo a scuotere le coscienze della città - ha aggiunto - noi abbiamo presentato un dossier all’assessore all’ambiente del Campidoglio Pinuccia Montanari dopo essere riusciti faticosamente ad incontrarla. Al Laurentino durante l’estate c’è un odore terribile. Al Flaminio alcune strutture sono pericolanti, molte fontanelle dell’acqua sono asciutte da 14 mesi. Al Verano lo stato di abbandono e’ evidente, le tombe sono circondate dalla reti per la messa in sicurezza e il guano è ovunque. Non è questa la dignità che merita chi dimora in pace».

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