Venezuela, finisce in manette Vito Genco, il boss narcotrafficante legato alla mafia di Ostia

Vito Genco (Foto Di Marco/Ansa)
di Marco De Risi
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Martedì 15 Aprile 2014, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 21:18
Un intreccio di alleanze criminali che per anni hanno dominato il crimine di Ostia. Misteri e scenari in parte ancora da chiarire fra i quali omicidi e casi di lupara bianca. Potrebbe svelarli il boss Vito Genco, catturato lunedì scorso, nella cittadina di Valencia, in Venezuela, dopo vent’anni di latitanza. Un arresto eccellente quello del boss che è considerato un mafioso di caratura internazionale e ricercato dall’Interpol.



Il Padrino, sguardo di ghiaccio e impassibile anche dopo la cattura, doveva scontare una condanna per un narcotraffico di oltre 5000 chili di droga e anche per quella di associazione mafiosa. Ma quali erano i rapporti del boss con la mafia di Ostia? Le inchieste lo indicano legato a doppio filo con i boss siciliani che hanno spadroneggiato per oltre vent’anni fra i palazzi del litorale romano. Ma andiamo con ordine.



La scorsa estate la squadra mobile romana assesta un colpo ”storico” alle cosche di Ostia: oltre 50 arresti con l’accusa di associazione di stampo mafioso. Ed ecco spuntare i nomi dei boss Vincenzo e Vito Triassi. Sono accusati di essere legati alla potente cosca di Siculiana comandata dai Cuntrera-Caruana, la quintessenza di Cosa Nostra.



In questo scenario si innesta la figura di Vito Genco che risulta legato al vecchio padrino Pasquale Cuntrera che ha vissuto a Ostia in via delle Baleniere in una casa blindata e che a fine anni ’90 fece scalpore per la sua fuga in Spagna organizzata proprio da Vito e Vincenzo Triassi. Vito Genco è protagonista di quell’intreccio di malavita organizzata che comanderà per anni ad Ostia: omicidi, usura, racket, controllo economico delle attività sul litorale.



I fratelli Triassi, così come indicano le inchieste, si sposano con le figlie di Salvo Caldarella, soprannominato ”U Monaco”, altro potente mafioso dell’omonimo clan. Alla fine degli anni ’80 il boss Salvo e il figlio Giovanni spariscono da Ostia. Una sparizione che gli investigatori inquadrano come un caso di lupara bianca che rimane un mistero ancora oggi.



Vito Genco è fra i protagonisti di quegli anni di dominio e sangue sul litorale romano. Per questo finì nel mirino della Distrettuale Antimafia di Roma che lo considerò senza ombra di dubbio il braccio destro dei Cuntrera e dei Caldarella. Nel ’95 viene arrestato durante l’ennesima operazione antimafia volta a contrastare i signori della droga di Siculiana: è accusato di avere gestito 5000 chili di cocaina per conto dei boss. E’ tutto scritto nelle informative dell’operazione Cartagine. Ma Vito Genco, residente in Piemonte, riesce a fuggire prima dell’arresto. Ecco che inizia la sua latitanza in Venezuela. Anche questo potrebbe non essere casuale.



I boss di Ostia Vincenzo e Vito Triassi sono proprietari terrieri proprio in Venezuela dove hanno riciclato i soldi del narcotraffico.
Il nome di Vito Genco viene fuori anche durante l’indagine della squadra mobile di Roma sull’esecuzione, avvenuta nel 2002 ad Ostia, di Paolo Frau, ultima colonna della Banda della Magliana, in passato legato a doppio filo con il boss Renatino De Pedis che fu sepolto, con il consenso del Vaticano, nella basilica di Sant’Apolinnare.
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