Valentina, morta in ospedale per un'embolia polmonare. I genitori: «Vogliamo giustizia»

Valentina, morta in ospedale per un'embolia polmonare. I genitori: «Vogliamo giustizia»
di Alessia Marani
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Domenica 24 Agosto 2014, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 12:20
Un anno. Dodici mesi dalla morte di Valentina Col, la pallavolista romana di 17 anni stroncata da un’embolia polmonare dopo cinque giorni di ricovero all’ospedale di Orbetello (Grosseto), il 25 agosto del 2013.



Quando niente e nessuno faceva pensare al peggio per una ragazza fino a quel momento perfettamente sana, passata indenne a tutte le visite medico-sportive e che aveva avuto solo la sfortuna di una caduta sulla spiaggia di Marina di Camerota (nel Cilento), mentre giocava a beach volley in vacanza a Ferragosto col fidanzato e gli amici.



IL DOLORE

Un lungo anno di sofferenza per i genitori, papà Massimiliano e mamma Francesca, e la sorella più grande Martina. Che ora vogliono ricordarla con una fiaccolata di solidarietà che si svolgerà nel loro quartiere, a Montesacro, il 2 settembre. E che, soprattutto, non si arrendono all’idea che per la morte del loro angelo non vengano accertate le responsabilità, vista la richiesta d’archiviazione proposta dal pm toscano Laura D’Amelio per gli 11 operatori sanitari indagati per omicidio colposo. E contro cui il legale della famiglia Col ha presentato opposizione. L’11 settembre se ne discuterà in camera di consiglio e il giudice deciderà se fare proseguire o meno l’inchiesta. I Col chiedono che siano svolte nuove perizie, stavolta da un pool di più medici.



I DUBBI

«Che cosa è successo in quei cinque giorni? Com’è possibile che fino alla mattina del 25 quando la situazione è precipitata nessuno tra i medici a cui avevamo affidato nostra figlia, non si sia reso conto di un quadro clinico allarmante?», se lo domanda senza sosta, da allora, papà Massimiliano. Un insegnante di educazione fisica che nei valori dello sport crede «fino in fondo» e che la sua passione da sempre condivisa con Valentina, adesso la mette tutta nell’associazione “Vale10” con cui durante quest’anno ha raccolto fondi per la ristrutturazione della Palestra Agnini (ex Gil) del III Municipio e organizzato incontri di prevenzione per medicina e sport.

«Oggi è il 23 agosto, Vale l’anno scorso era ricoverata. All’epoca ci trovavamo in ferie a Pescia Romana - racconta Massimiliano - e lei non si sentiva bene. La portammo all’ospedale più vicino, a Orbetello. La sua situazione, col senno di poi, fu sottovalutata, non compresa. C’è una relazione degli ispettori del ministero della Salute che parla di gravi negligenze, di protocolli di somministrazione di eparina non rispettati. Mentre la valutazione del perito nominato dalla Procura sostiene che sia stato fatto tutto il possibile per salvarla, peccato che si riferisca solo all’ultima giornata, quando ormai era troppo tardi. Ma prima cosa è stato fatto? Soprattutto: cosa non è stato fatto?».



L’APPUNTAMENTO

Il 2 settembre l’appuntamento “ricordando Vale” è per le 19,30 in viale Adriatico. Invitati anche il sindaco Ignazio Marino e numerosi volti della pallavolo italiana. «Un anno di sofferenze, di giorni tristi contro cui lottare; ogni attimo di quest’estate che ci parla di lei - concludono Massimiliano e Francesca -. Sia chiaro niente e nessuno ci fermerà nel volere capire che cosa è successo a Valentina».
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