Usuraio e campione del mondo di boxe arrestato insieme al padre: vittima costretta a svendere la casa

Usuraio e campione del mondo di boxe arrestato insieme al padre: vittima costretta a svendere la casa
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Lunedì 16 Febbraio 2015, 14:04 - Ultimo aggiornamento: 17:47

Da 40mila - la somma ricevuta in prestito - a 70mila euro in pochi mesi. Ancora usura ai Castelli.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare del gip del Tribunale di Roma su richiesta della procura - nei confronti Angelo e Domenico Spada, padre e figlio, di etnia rom, ritenuti responsabili di usura aggravata ed estorsione nei confronti di un imprenditore edile della zona. Domenico Spada è un pugile professionista, ex campione del mondo pesi medi Wbc.

Lo scorso 12 novembre i militari avevano arrestato 4 persone, tra cui i due dell’odierna operazione, perché avevano “strozzato” un commerciante romano costretto addirittura a vendere la propria attività e consegnare la propria abitazione per saldare gli interessi usurari maturati.

Nel corso delle indagini è emerso che i due arrestati, padre e figlio, a fronte di un prestito iniziale di 40.000 euro, avevano costretto l’imprenditore edile a effettuare lavori di ristrutturazione del valore di 70.000 euro presso l’abitazione “acquisita” dalla prima vittima e a svendere la propria casa nel comune di Marino a 100.000 euro, a fronte di un valore pari almeno al doppio.

Durante le indagini la vittima aveva negato di essere sotto usura temendo per la propria incolumità, essendo stata più volte minacciata e malmenata da Domenico Spada.

A fine novembre, una volta assicurati alla giustizia gli usurai, i carabinieri hanno nuovamente chiamato la vittima la quale, rassicurata dall’esito delle prime indagini, ha finalmente tirato un sospiro di sollievo e ha raccontato tutto l’accaduto.

L’abitazione è stata sottoposta a sequestro preventivo e i due arrestati, già agli arresti domiciliari, sono stati colpiti da analogo provvedimento da scontare presso abitazione di parenti. Stante al pericolosità del pugile, al polso dell’uomo è stato applicato il braccialetto elettronico.

Gli inquirenti sperano che l’operazione di servizio porti anche altre vittime a convincersi che quella della legalità è l’unica strada da percorrere per poter uscire dalle “sabbie mobili” in cui si viene a trovare chiunque si rivolge al giro dell’usura.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare del gip del Tribunale di Roma su richiesta della procura - nei confronti di due uomini di etnia rom, ritenuti responsabili di usura aggravata ed estorsione nei confronti di un imprenditore edile della zona.

Lo scorso 12 novembre i militari avevano arrestato 4 persone, tra cui i due dell’odierna operazione, perché avevano “strozzato” un commerciante romano costretto addirittura a vendere la propria attività e consegnare la propria abitazione per saldare gli interessi usurari maturati.

Nel corso delle indagini, che hanno portato all’odierno provvedimento cautelare, è emerso che i due arrestati, padre e figlio, a fronte di un prestito iniziale di 40.000 euro, avevano costretto l’imprenditore edile a effettuare lavori di ristrutturazione del valore di 70.000 euro presso l’abitazione “acquisita” dalla prima vittima e a svendere la propria casa nel comune di Marino a 100.000 euro, a fronte di un valore pari almeno al doppio. Durante le indagini la vittima aveva negato di essere sotto usura temendo per la propria incolumità, essendo stata più volte minacciata e malmenata da uno dei due, pugile professionista, ex campione del mondo pesi medi WBC.

A fine novembre, una volta assicurati alla giustizia gli usurai, i carabinieri hanno nuovamente chiamato la vittima la quale, rassicurata dall’esito delle prime indagini, ha finalmente tirato un sospiro di sollievo e ha raccontato tutto l’accaduto.

L’abitazione è stata sottoposta a sequestro preventivo e i due arrestati, già agli arresti domiciliari, sono stati colpiti da analogo provvedimento da scontare presso abitazione di parenti. Stante al pericolosità del pugile, al polso dell’uomo è stato applicato il braccialetto elettronico.

Gli inquirenti sperano che l’operazione di servizio porti anche altre vittime a convincersi che quella della legalità è l’unica strada da percorrere per poter uscire dalle “sabbie mobili” in cui si viene a trovare chiunque si rivolge al giro dell’usura.

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