Roma, uccide a coltellate moglie e amante all'Inps

Roma, uccide a coltellate moglie e amante all'Inps
di Marco De Risi e Maria Lombardi
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Sabato 27 Settembre 2014, 06:19 - Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 01:28

L'ascensore si ferma al piano -1, le porte si aprono ed esce solo un uomo, erano saliti in tre. Barcolla come ubriaco, ha un coltello sporco in mano, il sangue scivola tra le dita.


«Li ho uccisi», urla lui, la moglie e l'amante e chissà se lo erano davvero. La vendetta tra un piano e l'altro, nel palazzone dell'Inps, un'ossessione cresciuta in ufficio tra sguardi e pedinamenti, poi quei pochi metri nella cabina chiusa e le coltellate. Il marito fa qualche passo nell'androne, chiama il 112.

«Non sopportavo che mi tradisse con lui», racconta e resta lì, accanto all'ascensore fermo e alle porte spalancate sui due corpi immobili.

Il carabiniere cerca di intrattenerlo al telefono, prende tempo fino all'arrivo di una pattuglia del nucleo radiomobile in via Quintavalle, a Cinecittà, nella sede di tredici piani con la scritta illuminata Inps. Mauro Micucci, 57 anni, non si è mosso, ha ancora il coltello in mano. Alle sue spalle si intravedono le gambe della moglie, Daniela Nenni, 49 anni, e la camicia insanguinata di Alessandro Santoni, elettricista trentottenne, dipendente di una ditta privata che lavorava per l'ente.

Micucci è stato arrestato e portato negli uffici della caserma dei carabinieri della compagnia Casilina. «Quando li ho scoperti insieme in ascensore li ho ammazzati», spiega ancora una volta. Era convinto che la donna, dipendente dell'Inps al servizio informatico come lui, la tradisse con quell'uomo più giovane. Li ha pedinati e poi colpiti alla gola e al petto, più di dieci coltellate. «Prima o poi vi troverò», aveva minacciato su Facebook dando sfogo alla sua rabbia e ai suoi sospetti. Lavoravano insieme Mauro e Daniela, lui al secondo piano e lei al terzo. Sposati da tanto tempo avevano insieme tre figli, il più piccolo di 8 anni con qualche problema. Lui era al secondo matrimonio, con la prima moglie aveva avuto due figli. Vivevano a Gallicano fino a qualche tempo fa, dopo la rottura avevano lasciato quella casa ma pare che continuassero ad abitare insieme, seppure da separati.

L'OSSESSIONE

Negli ultimi mesi qualcosa li tormentava, se ne erano accorti tutti i colleghi dell'ufficio. Erano dimagriti molto tutti e due, lei tesa e affaticata. Lui tormentato dalla gelosia, sospettava che Alessandro Santoni, elettricista di Pomezia, sposato e con un figlio di 10 anni, avesse una relazione con la moglie. Un pensiero che non lo abbandonava più al punto che aveva comprato un coltello con un grande lama, di quelli usati dai militari. Lo teneva in ufficio, probabilmente con l'idea di usarlo forse anche solo per minacciare quello che riteneva un rivale.

Specie nelle ultime settimane, la gelosia lo portava a controllare la moglie in ufficio. Le colleghe di lei lo vedevano sempre più spesso al terzo piano, nella stanza dove Daniela lavorava, e un poco se ne stupivano.

Ieri Mauro avrà forse visto l'elettricista nella sede dell'Inps, un palazzone di 13 anni, e avrà seguito Daniela. Potrebbe averli sorpresi mentre chiacchieravano e ha continuato a pedinarli.

Finché i due sono saliti in ascensore al terzo piano e il marito li ha seguiti. Dieci e più coltellate, mentre l'ascensore andava giù, colpi al petto e alla gola.

L'impiegata e l'elettricista avranno provato a difendersi, ma lui ha continuato ad accanirsi ferendosi anche alle mani. Alle 17,40 l'ascensore si apre al piano -1. Mauro esce con il coltello ancora in mano, è sporco di sangue. I carabinieri del Nucleo investigativo hanno effettuato i rilievi, non ci sono testimoni del duplice omicidio, saranno controllate le immagini delle telecamere di sorveglianza del palazzo. In serata arrivano anche i vertici dell'Inps.

LA RICOSTRUZIONE

Da una prima ricostruzione dei carabinieri, sembra un omicidio premeditato. A indicarlo è anche l'arma del delitto. Con molta probabilità l'assassino, ipotizzano gli investigatori, l'ha comprato proprio per utilizzarlo contro la moglie e il presunto amante. Non è ancora chiaro se lei avesse davvero e da quanto una relazione con l'elettricista o se fosse soltanto una fantasia del marito.

«Era una donna meravigliosa, solare. Non possono averle fatto questo. Lascia tre figli, non è possibile». I colleghi piangono davanti al palazzo vuoto e indicano le stanze del terzo piano, le uniche illuminate. «Daniela lavorava lì». Anche del marito dicono che è una «persona a posto, un uomo tranquillo, chissà cosa gli ha detto la testa. Sarà uscito pazzo».