IL SISTEMA
I parenti dei defunti, che in breve tempo dovevano pensare alle diverse incombenze da sbrigare a causa dell'improvviso lutto in famiglia, si affidavano alla presunta professionalità del signor V.A., senza preoccuparsi di fare ulteriori verifiche sulla sua affidabilità. Così il truffatore si faceva consegnare il denaro necessario alla cremazione e alle incombenze necessarie per il funerale. Ma, una volta intascati i soldi, in un caso 3.500 euro ed in un altro 2.300, non portava a termine il lavoro per cui era stato pagato.
LA SCOPERTA
Quando la famiglia del defunto si recava al cimitero per assistere alla tumulazione del proprio caro, il truffatore spiegava che la cremazione era già avvenuta. In un caso aveva detto di aver già chiuso il loculo, in un'altro aveva consegnato un'urna con dentro ceneri di varia natura, non umane. Così i parenti depositavano i fiori sulle lapidi dei congiunti, convinti di essere vicino le ceneri del proprio familiare perduto. Ma dopo diverso tempo, le vittime della truffa venivano chiamate dai depositi dei diversi cimiteri dove le salme, quelle vere, erano state abbandonate dal truffatore. Apprendevano quindi con grande stupore di aver pregato al fianco di un vaso, o di un loculo, che non conteneva ciò che pensavano e quindi andavano dalle forze dell'ordine per denunciare l'accaduto. Il sostituto procuratore della repubblica, Elisabetta Fini, aveva così aperto un fascicolo inscrivendo V.A. nel registro degli indagati. L'uomo, che per fatti analoghi è sempre stato assolto, ieri, è stato condannato a scontare otto mesi di reclusione per truffa.
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