Roma, ancora bagni proibiti a Trevi: «Subito steward anti-tuffi»

Roma, ancora bagni proibiti a Trevi: «Subito steward anti-tuffi»
di Laura Larcan
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Lunedì 27 Agosto 2018, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 08:45

Gli irriducibili vandali dei tuffi a Fontana di Trevi hanno colpito ancora, per uno sfregio senza fine. Stavolta la notizia fa ancora più effetto perché l'impresa è stata quasi acrobatica. Con un salto all'indietro. Manco fossero emuli di Tania Cagnotto. Gli stessi agenti che presidiavano il monumento gioiello sono stati presi alla provvista. Due turisti americani, marito e moglie, entrambi di 50 anni, infatti, si sono arrampicati sulla vasca e si sono gettati all'indietro nell'acqua. Una rovesciata. La deriva dei giochi acquatici. Fontana di Trevi presa per una piscina da acquapark. Una scommessa, una prova d'amore, sono diverse le ipotesi su cui si sono confrontati gli agenti della Polizia Locale in azione che l'hanno bloccati e denunciati. Per i due statunitensi feticisti della Dolce Vita acrobatica è scattata la doppia multa: in tutto 900 euro di sanzione. Non solo. Poche ore prima, i vigili urbani della pattuglia di turno avevano intercettato e sanzionato (450 euro) un turista russo, quarantenne, che si godeva un bagno nella fontana all'ombra della statua di Oceano.

Insomma, il bollettino dei bagni selvaggi nelle fontane monumentali - patrimonio della Capitale - sembra inarrestabile in questa estate di turismo fuori controllo. La conta degli sfregi aumenta, tra quelli che la Polizia riesce a beccare e quelli che invece finiscono sui social immortalati da video estemporanei, come il caso dei due turisti che la settimana scorsa si sono denudati e tuffati ignobilmente nella fontana dell'Altare della Patria. Vicenda al centro in queste ore di un'inchiesta. E per Fontana di Trevi la situazione diventa davvero incandescente. L'allerta è scattata anche negli uffici del I Municipio dove si dicono «molto preoccupati per la piega che sta prendendo questo fenomeno».

Tant'è che il tema dell'emergenza sicurezza per il monumento di Nicola Salvi sarà da oggi all'ordine del giorno degli incontri nel mini-parlamento. «Questi ulteriori avvenimenti testimoniano lo stato di stress in cui versa Fontana di Trevi, così preziosa e così fragile che non riesce ad essere protetta in maniera opportuna, nonostante sia al centro di un attenzionamento speciale da parte della Polizia Locale», commenta l'assessore alla Cultura del centro storico Cinzia Guido. Ma non basta purtroppo. «Oltre ai presidi già in azione di vigili, serve una presenza capillare e diffusa di personale a più livelli intorno al monumento», insiste.

IL MINI-ESERCITO
«Innanzitutto - dice l'assessore - devono tornare i volontari dei poliziotti in congedo, formula sperimentata con successo la scorsa estate per Fontana Trevi. In tal senso, solleciteremo il Comune affinché ricostituisca il servizio, predisponendo un bando ad hoc», dice Cinzia Guido. Chiaro che questa operazione prevede per l'amministrazione costi per i rimborsi spese dei volontari. «Ma è stata una soluzione che ha aiutato», riflette l'assessore. E le condizioni operative ci sono. Come ricordano dal comando centrale della Polizia, la squadra di volontari potrebbe avere a disposizione anche un locale presso piazza dei Crociferi, alle spalle di Fontana di Trevi, dotato di servizi igienici, dove potersi cambiare e riposare tra un turno e l'altro.

LA NUOVA SQUADRA DI ANGELI
Da parte sua, il I Municipio pensa già a promuovere un progetto pilota di servizio civile, che coinvolga ragazze e ragazzi da formare (insieme anche alla Sovrintendenza, alle Forze dell'ordine e all'università). «L'idea è di preparare una sorta di piccolo squadra di cosiddetti Angeli del decoro - annuncia Cinzia Guido - che possano affiancare gli agenti e i volontari per svolgere un intervento di sensibilizzazione del pubblico e monitoraggio». Le ipotesi dei monumenti a numero chiuso non convincono il mini-parlamento, «ma quello che serve con urgenza per Fontana di Trevi - incalza Guido - sono politiche virtuose per salvare il monumento dall'assedio dei turisti selvaggi».

 

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