Tra selfie e mazzi di fiori davanti all'ascensore va in scena il tour del dolore

Tra selfie e mazzi di fiori davanti all'ascensore va in scena il tour del dolore
di Mirko Polisano
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Sabato 11 Luglio 2015, 06:12 - Ultimo aggiornamento: 09:28
La stazione di Furio Camillo ha ripreso a funzionare. Nella sua normalità, il tempo sembra scorrere come se nulla fosse successo. In realtà, ci sono più curiosi che pendolari. Già dalle otto di mattina è andando in scena il raccapricciante rituale del giorno dopo. Una folla di persone di tutte le età si è recata, come in un pellegrinaggio, davanti all'ascensore da dove il piccolo Marco è precipitato. Ma tra i fiori e i giocattoli posti in ricordo, c'è chi non rinuncia ai selfie. Una signora di mezza età chiede di farsi riprendere dalle telecamere mentre posa un girasole. La registrazione non parte e il "ciak" è da ripetere, ma nessun problema. «Aspetta che recupero il fiore - dice guardando in camera - dimmi tu quando» e la scena è pronta ad andare in onda. Una mamma manda il figlio a lasciare un biglietto con un messaggio. Anche qui foto d'ordinanza da condividere sui social network. Lo spettacolo è gratuito e in pochi si lasciano sfuggire l'occasione. La fermata di Furio Camillo è un andirivieni di persone che hanno dato vita ad un tour della tragedia. All'entrata l'area delimitata dalla striscia bianca e rossa è il punto di ritrovo.



Tante le domande agli impiegati della stazione e agli addetti della sicurezza che più volte hanno spiegato che non si può sostare nella zona, ma solo transitare. La giustificazione ufficiale è quella legata alle nuovi disposizioni sul terrorismo, che non consentono a nessuno di star fermi in un punto della metropolitana. La realtà è che sono stanchi di curiosi e delle loro domande. «Qualcuno - ha affermato un addetto - ci ha anche chiesto se era possibile visitare l'ascensore». L'impianto è ancora fuori uso.



LA COMMOZIONE All'assurdità dei fan del macabro, si contrappone anche la grande commozione di un intero quartiere che è quello dove abitava la famiglia del piccolo Marco. Nel palazzone di via Cesare Baronio non si parla d'altro. «Marco era un bambino allegro e vivace - ha raccontato un vicino di casa - era molto educato. Io dovevo incontrare la mamma proprio il giorno in cui è accaduta la tragedia, dovevamo parlare del condominio. Ma loro a settembre sarebbero andati via da qui». Anche se in pochi li conoscevano visto che in zona abitavano da poco, la commozione nel quartiere si tocca con mano.



«Questa è una tragedia che rimane nei cuori di tutti noi romani - ha spiegato un commerciante di via Latina- non si può dimenticare». Una donna si ferma, fa il segno della croce e va via, in tanti si domandano quanto sia assurdo morire così, a quattro anni. «E' una vittima innocente- ha fatto sapere un altro vicino- che male può aver mai fatto?». Mentre tutti pretendono che sia fatta giustizia, tra i residente è scattata la mobilitazione e ora chiedono di sostituire il nome della fermata Furio Camillo con quello del piccolo Marco. «Così resterà per sempre tra noi» hanno detto tra le lacrime.