GLI OVER 65
Con un po' di pigrizia si potrebbero chiamare roccaforti rosse, anche se tali non sono. Antonella, «mamma a tempo pieno ma laureata con marito avvocato», è stata nei di club di Forza Italia. «Poi ho votato Renzi alle europee, Pd alle comunali e ora Sì». Ma perché? «Penso che sia una questione culturale, la paura di non fare salti nel vuoto». Ecco, la paura. In giro per i Parioli - dove il reddito medio segna un più 20mila rispetto al resto della città e il rapporto tra over 65 e ragazzi è di 2 a 1 - in molti ripetono questo concetto: «Con Grillo o Salvini al Governo verranno tempi peggiori, fidatevi».
Lo scrittore Edoardo Albinati, che nella Scuola cattolica racconta il quartiere Trieste anni 70 e i ragazzi del San Leone Magno, premette che si è astenuto. Però dietro a questo Sì vede «l'istinto di conservazione» di una classe sociale, «di chi ha paura di cambiare» e preferisce rimanere ancorato alle «certezze» senza per forza avere la tessera del Pd in tasca. «Penso che la spiegazione a questo fenomeno - dice Albinati - vada oltre le categorie del Novecento che ormai sono tutte rovesciate». E trovare un giovane riformatore della costituzione in un pomeriggio è davvero complicato. E a piazza a Vescovio, nei giardini che portano il nome di Francesco Cecchin, di ragazzi appassionati alla politica nera, rossa o stellata non se ne vedono. Solo scritte laziali sui muri («Gabbo vive»). Dallo storico panificio Giacobetti, che però il mese prossimo chiuderà, raccontano: «Ormai qui ci vivono solo pensionati, ex magistrati e dirigenti, e se n'è andata la fama di quartiere di estrema destra». Dibattiti sul referendum davanti alle rosette? «Non pervenuti». «Noi questa mattina ne abbiamo parlato al circolo del tennis: io e i miei amici pensionati abbiamo votato Sì perché non siamo manovrabili», rivendica Massimo Pescini, ex dirigente della Xerox, mentre sorseggia un the dalle parti di via Flaminia. Un certo orgoglio della diversità arriva fino ai portici dell'Auditorium. Tra vini bianchi biologici e un salto in libreria - c'è la presentazione dell'ultimo romanzo di Giulio Castelli - il mood è proprio questo. Orgoglio e nannimorettismo: «Mi sa che mi troverò sempre d'accordo e a mio agio con una minoranza», cita alla perfezione un imprenditore, già «della sinistra Dc». Dopo una giornata di indagini a riportare tutti a terra ci pensano alla Torrefazione Vescovio: «L'unico risultato indiscutibile di domenica è stato quello della Roma».