Torrevecchia, dopo gli assalti rom arriva Casapound: «Ai bimbi dei campi impedito l'ingresso a scuola»

Torrevecchia, dopo gli assalti rom arriva Casapound: «Ai bimbi dei campi impedito l'ingresso a scuola»
di Lorenzo De Cicco e Elena Panarella
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Sabato 29 Novembre 2014, 06:13 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 16:43
Ancora intolleranza nella periferia romana. Dopo i lanci di bottiglie e pietre agli studenti, in duecento ieri mattina hanno manifestato contro gli assalti rom alle scuole di Torrevecchia.



Quello che avrebbe dovuto essere solo un sit-in di Blocco Studentesco, il movimento giovanile dell'organizzazione di estrema destra Casapound, si è trasformato in una protesta a cui hanno aderito circa duecento alunni delle tre scuole che hanno sede accanto al campo nomadi di via Lombroso, gli alberghieri Domizia Lucilla e Luxemburg e il classico Tacito. Le associazioni Eureka e Arci Solidarietà hanno denunciato che alcuni manifestanti avrebbero impedito a 90 bambini rom di andare a scuola. Dal XIV Municipio però spiegano che sono stati i vigili urbani ad impedire ai piccoli alunni di uscire dal campo, data la tensione che si era creata fuori dalla scuola. Intanto i rappresentanti d'istituto prendono le distanze da Casapound.



«I ragazzi in piazza non avevano colori politici», spiega il rappresentante del Domizia Lucilla, Daniele Di Domenicantonio, 18 anni. «È stata una manifestazione pacifica, senza simboli, per parlare dei problemi che viviamo noi che queste scuole le frequentiamo tutti i giorni». Un episodio giudicato dal Campidoglio «gravissimo» ma che, in serata, il movimento ha smentito «un'accusa gratuita». Nei giorni scorsi alcuni professori avevano denunciato il «lancio di pietre da parte di alcuni nomadi contro gli studenti degli istituti scolastici della zona». Ieri, l'azione in risposta «a quelle violenze».



CANCELLI BLOCCATI

«I militanti hanno bloccato l'uscita del campo mentre bimbi e ragazzi si apprestavano ad andare a scuola - dicono gli operatori delle due associazioni - e successivamente hanno bloccato l'ingresso ad alcuni istituti della zona in cui sono iscritti i bambini nomadi». Ma dalla Questura ribattono: «Il sit-in non ha creato pericolo o intralcio al traffico cittadino né tantomeno ha impedito agli studenti di accedere all'interno delle aule. Anche le attività all'interno del campo nomadi sono proseguite regolarmente e non risulta che sia stato impedito il passaggio di alcuni bambini rom che stavano andando a scuola».



La polemica si accende. L'assessore alla scuola, Alessandra Cattoi giudica il gesto «meschino, una violazione grave di un diritto sancito dalla Costituzione che, come tale, va rispettato e garantito, un gesto vile nei confronti di minori fragili che dovrebbero essere protetti». Le dirigenti scolastiche dei due istituti hanno incontrato il presidente del municipio, Valerio Barletta. «Mi hanno chiesto di aiutarle a far sì che non accada mai più - spiega il minisindaco - che dei ragazzi neghino ad altri ragazzi il diritto di entrare a scuola e seguire le lezioni».



Il Pd col deputato Maria Coscia ha presentato sull'accaduto un'interrogazione al ministro Angelino Alfano sollecitando «misure urgenti per fare in modo che non si ripetano più gesti in chiara violazione della Carta Costituzionale». Quello che si teme ora è un effetto Tor Sapienza, ovvero una nuova rivolta anti immigrati e nomadi come successo nel quartiere alla periferia sud di Roma con l'assalto ad un centro rifugiati. Un effetto che potrebbe essere favorito anche da chi soffia sul fuoco della paura e del pregiudizio.