Roma, maxi blitz a Tor Bella Monaca, droga e omicidi: 37 arresti

Roma, maxi blitz a Tor Bella Monaca, droga e omicidi: 37 arresti
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Martedì 5 Luglio 2016, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 16:35

Perquisizioni di interi blocchi di edifici e sequestro di armi ad elevato potenziale. È il bilancio delle numerose perquisizioni effettuate nel corso delle indagini che oggi hanno portato al maxiblitz a Tor Bella Monaca, con 37 ordinanze di custodia cautelare, contro il clan Cordaro. Tra le armi sequestrate un fucile mitragliatore Zastava Kraousevao Iugoslavia (modello AK-47) cal. 7,62x39, con serbatoio contenente 29 cartucce del medesimo calibro e numeroso munizionamento.
 

 


Sequestrati anche una pistola semiautomatica ed un revolver. I dettagli dell'operazione verranno illustrati alle 11 presso la sala «Cocola» sita al 5 piano della Questura di Roma, via San Vitale 15 in una conferenza stampa tenuta dal Procuratore Aggiunto Dr Michele Prestipino e dal direttore della S.C.O. Dr Renato Cortese. 

GLI OMICIDI In tale area geografica si è assistito al contrasto tra il gruppo di Stefano Crescenzi e i Cordaro, contrasto evidenziato al massimo livello con l'omicidio di Serafino Coradro avvenuto il 30 marzo 2013. Il quadro generale è stato chiarito dal collaboratore di giustizia Giuseppe Pandolfo il quale, assumendosi la paternità dell'omicidio di Serafino, ha riferito importantissimi elementi sull'intero contesto criminale e sulla genesi della conflittualità che ha determinato Luca FIORA’ e Stefano CRESCENZI a commissionargli l’assassinio in questione.
 
SFREGIATO COL CACCIAVITE In particolare, il 28 febbraio 2013, Giuseppe CORDARO, veniva attirato con l’inganno all’interno dell’abitazione di Tonino VAMPO, aggredito da CRESCENZI e da Luca FIORA’ (quest’ultimo successivamente deceduto), picchiato con i calci delle pistole e sfregiato con un cacciavite sulla guancia.
 
LA VENDETTA A COLPI DI KALASHNIKOV Il giorno successivo, per vendicare l’affronto subito, gli occupanti di un veicolo e di uno scooter intercettavano una vettura Smart, erroneamente ritenuta occupata da Stefano CRESCENZI Stefano, inseguendola da via di Tor Bella Monaca sino a via Palmiro Togliatti, ed esplodevano numerosi colpi di Ak 47 Kalashnikov e di fucile a canna liscia all’indirizzo degli occupanti identificati in Simone BONTI e Giordano FABI, rimasti feriti in modo non grave.
 
TENTATO OMICIDIO Per tale episodio, le indagini effettuate hanno evidenziato la responsabilità di IULIANO Valentino, al quale è contestato il reato di tentato omicidio. Successivamente, e nel medesimo contesto territoriale, il 25 novembre 2015, è avvenuto l’omicidio di Salvatore D’AGOSTINO, nato a Roma il 26.09.1983, nel quartiere Giardinetti a Roma.
 
Per questo ultimo delitto le indagini hanno permesso di appurare la responsabilità di Valentino IULIANO, Giuseppe CORDARO, Silvio LUMICISI e Salvatore CORDARO, ai quali viene contestato il reato di omicidio.         
Il movente è stato rintracciato nell’aggressione subita in carcere dallo stesso Valentino IULIANO ad opera della vittima.
 
BOTTE E LESIONI Nel medesimo contesto investigativo è stato appurato che Valentino IULIANO e Giuseppe CORDARO provocavano lesioni personali a CARPINETA Alessandro, cugino del D’AGOSTINO, al fine di ottenere informazioni necessarie all’individuazione dello stesso.
 
ALTRI FATTI DI SANGUE 
- Pestaggio ed accoltellamento di Piero TRAPASSO, avvenuto il 29.07.2014
- Ritorsione contro la famiglia FOZZI, avvenuta il 6 dicembre 2014
- Pestaggio ed estorsione a CAMPANELLA Alessio, avvenuta il 23 maggio 2015
- Gambizzazione di TEI Giancarlo avvenuta il 17 maggio 2015
 
IL SODALIZIO Il complesso delle indagini, oltre agli episodi violenti sopra descritti, ha posto in risalto l’estrema rilevanza del sodalizio capeggiato dalla famiglia CORDARO nell’intero quartiere di Torbellamonaca e la capillare organizzazione del traffico di stupefacenti del tipo cocaina ed hashish, gestito dal clan, di cui risultano essere organizzatori e promotori IULIANO Valentino, CORDARO Salvatore, CORDARO Natasha, CORDARO Giuseppe, PALAVANTI Paola, moglie di Salvatore CORDARO.
 
I TURNI PER SPACCIARE L’attività di approvvigionamento e spaccio si concentrava principalmente nel comparto “R9” del quartiere ed era organizzata in turni tali da coprire le 24 ore, oltre alla predisposizione di vedette che avevano il compito di avvisare l’eventuale arrivo di pattuglie delle forze dell’ordine.
 
APPARTAMENTO BUNKER Lo stupefacente veniva custodito, tra l’altro, in un “appartamento bunker” munito di sistema di video sorveglianza e presidiato senza soluzione di continuità.
 
Al fine di scongiurare il compimento di ulteriori fatti di sangue, nel corso delle indagini sono stati effettuati numerosi interventi con la predisposizione di servizi di perquisizione per blocchi di edifici che hanno permesso di sequestrare armi e sostanza stupefacente, oltre ad evitare il compimento dei propositi delittuosi dei sodali.
 
ARMI DA GUERRA NEGLI APPARTAMENTI In data 26 novembre 2015, infatti, nel corso di dette perquisizioni, sono state rinvenute due pistole, una semiautomatica e un revolver, risultate essere le armi utilizzate per la commissione dell’omicidio di Salvatore D’AGOSTINO, custodite da LUMICISI Silvio.
 
LE CENTO PERQUISIZIONI Inoltre, in data 14 febbraio 2016, in occasione di un ulteriore imponente servizio estrinsecatosi in cento perquisizioni ex art. 41 T.U.L.P.S.: veniva sequestrato, tra l’altro, un fucile mitragliatore Zastava Kraousevao Iugoslavia (modello AK-47) cal. 7,62x39, con serbatoio contenente 29 cartucce del medesimo calibro, circa cinquanta cartucce di svariati calibri, nonché stupefacente e materiale documentale utile alle indagini sulla consorteria criminale dei CORDARO.
 
L'ABITAZIONE BUNKER Dall’attività tecnica in corso, infatti, era emerso che la famiglia CORDARO aveva la disponibilità di un’abitazione “bunker” tenuta riservata. L’estensione delle perquisizioni al domicilio segreto consentiva di dare riscontro alle conversazioni registrate attraverso il rinvenimento del materiale sopra indicato. Nella circostanza, inoltre, veniva tratto in arresto Umberto PETRINI, nato a Roma l’8.6.1983, che si trovava all’interno del locale e risultava il custode dello stesso. 
 
Nell’ottica di prevenire ulteriori episodi delittuosi, si inquadra anche la perquisizione condotta a carico di Valentino IULIANO lo scorso 10 marzo 2016, circostanza nella quale il predetto è stato tratto in arresto in quanto trovato in possesso, occultata nella cintola dei pantaloni, di una pistola marca Feg modello “Pa-63”, non censita sul territorio nazionale, corredata di serbatoio contenente 7 cartucce delle quali una alloggiata all’interno della camera di scoppio.
 
L'AVVOCATO ARRESTATO Menzione a parte merita la figura dell’ Avvocato Alessandro PETRUCCI, nato a Roma il 27 gennaio 1970, anch’egli raggiunto dalla misura custodiale in quanto partecipe dell’associazione quale soggetto incaricato di fornire un contributo stabile mediante il reimpiego dei proventi del traffico di stupefacenti in attività economiche (Art.74 comma II).
 
SPONSOR DI UNA SQUADRA DI CALCIO In particolare, in concorso con CASAGRANDE Silvia, riceveva, direttamente o per il tramite della stessa CASAGRANDE e di PALAVANTI Paola, da CORDARO Salvatore, CORDARO Natascia, CORDARO Giuseppe e IULlANO Valentino denaro contante provento delle attività di vendita di stupefacenti, per un ammontare iniziale di 75 mila euro e poi di 2.000/3.000 euro a settimana, che impiegava in attività economiche nell'isola de LA MADDALENA; in particolare nella gestione del bar-pizzeria “MAFALDA”, nella acquisizione e gestione della squadra di calcio “ILVAMADDALENA 1903”, divenendone presidente e nella acquisizione e gestione del ristorante “GARDEN”.
 
ORDINI DAL CARCERE Nel corso delle indagini, è stato inoltre accertato che IULIANO Valentino, anche durante la sua detenzione presso l'Istituto Penitenziario di Rebibbia N.C. di Roma, aveva in uso un telefono cellulare con il quale quotidianamente contattava i sodali. Grazie al telefono in uso, e forte del suo indiscusso ruolo apicale, IULIANO Valentino ha quindi costantemente mantenuto i contatti con gli associati, delineando strategie criminali, pianificando l'acquisto degli stupefacenti destinati allo spaccio,  nonché indicando le somme da consegnare all'avvocato PETRUCCI per le attività di riciclaggio poste in essere dal professionista per conto del sodalizio criminale. Inoltre, IULIANO ha organizzato in più occasioni l'introduzione di sostanza stupefacente nella struttura carceraria.
 
LA TRUFFA A INPS E INAIL Tra gli altri reati contestati ad ANGELUCCI Emanuela, CERQUIGLINI Ezio, CORDARO Natascia e TEIXEIRA Flavia, figurano quelli di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, consistiti nella conclusione fittizia di un contratto di impiego subordinato presso la ditta di ANGELUCCI Emanuela e nella formazione di false buste paga, che inducevano in errore gli enti pubblici INPS e INAIL circa l'effettività del rapporto di lavoro e procuravano un ingiusto profitto a CORDARO Natascia, consistito nell'aver ottenuto contributi a lei non spettanti, e quello di false dichiarazioni o attestazioni destinate all’Autorità Giudiziaria poiché, in concorso tra loro, attestavano falsamente in atti destinati all'A.
G. un rapporto di lavoro in essere presso la ditta “C&G RECAPITI E SERVIZI”, di cui ANGELUCCI risulta titolare, in favore di CORDARO Natascia, condannata dal Tribunale Ordinario di Roma alla pena di mesi quattro di reclusione nonché al pagamento dell'ammenda di duemila euro.

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