Tor San Lorenzo tra furti e degrado, viaggio nella terra dei clan

Tor San Lorenzo tra furti e degrado, viaggio nella terra dei clan
di Mirko Polisano
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Mercoledì 30 Novembre 2016, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 10:07

Quel che resta di un palazzo in costruzione in via Taro. È tra questi piloni di cemento che i giovani di Nuova California si danno appuntamento tutti i pomeriggi per scambiarsi bustine e incontri occasionali, a volte anche con adulti a pagamento. Droga, prostituzione e un'escalation di rapine a mano armata, tre negli ultimi quattro giorni,


hanno fatto di questo quartiere alle porte della capitale il nuovo epicentro della malavita sul litorale romano, dove la delinquenza spicciola di zona si incontra con le organizzazioni criminali. Tor San Lorenzo, a metà strada tra Ostia e Pomezia, ha tutti i connotati di una periferia dimenticata. «Come Scampia e Caivano - tuona una donna - ormai non c'è neanche più il pudore di nascondersi. Si fa tutto alla luce del sole».

LO SPACCIO
Basta scendere nella piazza centrale, a pochi passi dal famoso Patio, per accorgersi del traffico di hashish e cocaina che scorre a fiumi. Uno spaccio gestito da gruppi di pusher. «Pesci piccoli» che si ritrovano nel parco di Villa Singen, frequentato solo da chi è in cerca di una dose. I residenti lì non ci mettono piede. «Siamo davvero stanchi di combattere ammette Piero D'Angeli, presidente del comitato cittadino Nuova California - perciò abbiamo deciso di organizzarci e difendere le nostre case». È partito così il progetto di «controllo del vicinato», un termine politically correct per definire quelle che in pratica sono delle vere ronde. «Sono delle passeggiate tuona Bianca Felici, una promotrice attiva dell'iniziativa - andiamo per strada a verificare situazioni sospette e, una volta individuate, le segnaliamo al 112».

ILLEGALITÀ
Qui, lo stato sembra essersi arreso. La caserma dei carabinieri chiude alle sei del pomeriggio e la sensazione di sicurezza non si riesce a percepire. Più di mille persone, lo scorso anno sono scese in piazza per lanciare il loro grido d'aiuto. Lo hanno fatto in modo eclatante, portando in spalla una bara. Si è celebrato così quello che è stato definito il «funerale della legalità». Neanche il sindaco è esente dai problemi con la giustizia. Il primo cittadino, Luca Di Fiori nelle ultime ore è stato rinviato a giudizio per un affare di riconversione urbanistica. «Abbiamo deciso di passare ai fatti prosegue D'Angeli, che in questi giorni ha inviato una lettera aperta al prefetto e al ministro Alfano - per sopravvivere in una zona continuo bersaglio del crimine».

LE SENTINELLE
Tra i cittadini che fungono da sentinelle per case e negozi gira un manuale di consigli pratici su come comportarsi in casi di emergenza. «In questo quadrante fa sapere Luigi Centore, un residente - fanno affari i clan legati alla camorra e alla ndrangheta. Ho sempre denunciato il malaffare e a me e alla mia famiglia hanno bruciato la macchina cinque volte». Uno scenario inquietante per un territorio di circa 40mila abitanti a forte rischio infiltrazioni mafiose, come appurato dalle stesse commissioni Antimafia, e dove fin dagli Anni '50 si insediarono boss del calibro di Francesco Paolo Coppola. Dopo il capo-mafia, detto «Frank tre dita», anche la Banda della Magliana allungò le mani su Ardea facendone un presidio criminale. Pezzi della famiglia del boss oggi siedono in consiglio comunale, adesso che in città comanda il clan Gallace-Novella, dedito a usura, estorsioni e traffico internazionale di droga. «Il degrado è intorno a noi si lamenta un pensionato - ho chiesto al comune di riparare le buche. Mi hanno detto che non ci sono i soldi per il catrame». Benvenuti nell'inferno di Nuova California. Dove di americano, però, c'è solo il bronx.