ANOMALIE
Secondo i denuncianti, le anomalie riscontrate sarebbero davvero tante. Prima tra tutte, la collocazione degli studenti all'interno delle aule. La normativa ministeriale prevede infatti che i candidati siano disposti in ordine anagrafico e che siano opportunamente distanziati: tra un aspirante matricola e l'altro deve esserci almeno un posto vuoto. «Alcune testimonianze riportano come presso l'ateneo di Tor Vergata molti ragazzi abbiano scelto dove sedersi in modo arbitrario - sottolinea il rappresentate dell'Udu - posizionandosi spesso fianco a fianco senza lasciare banchi liberi nel mezzo». Spulciando tra le liste di ammissione, Scuccimarra e i suoi collaboratori si sono accorti che alcuni dei ragazzi seduti vicini avrebbero ottenuto un punteggio identico in ogni materia del test, raggiungendo di conseguenza lo stesso voto totale. Molti studenti hanno dichiarato che durante il quiz c'erano cellulari accesi e soggetti che parlavano tra loro. In un'aula, addirittura, due candidati seduti vicini erano fidanzati prossimi alle nozze. E, a quanto sembra, la donna sarebbe iscritta all'albo dei medici dal 2007. Alcuni testimoni, inoltre, hanno dichiarato che «la scheda anagrafica, in totale violazione dell'anonimato, è stata imbustata in supporti di consistenza e grammatura non sufficiente ad impedire di leggere controluce il contenuto posto all'interno».
PROVINCIA DI TRAPANI
E' però dando un'occhiata alla graduatoria finale che emergerebbe una circostanza allarmante. Tra i candidati risultati «idonei» a Tor Vergata, sarebbero infatti presenti in serie soggetti provenienti dalla provincia di Trapani: «su 210 posti banditi almeno 79 persone della provincia trapanese hanno un punteggio utile per l'immatricolazione», si legge nell'esposto. A quanto sembra la maggior parte dei ragazzi siciliani avrebbe frequentato la stessa scuola privata per la preparazione ai quiz che, secondo l’esposto, indirizzerebbe gli iscritti a Tor Vergata. Il professore che gestisce i corsi, inoltre, organizza anche sessioni di studio per i test di accesso alla facoltà di Medicina di un'università di Tirana convenzionata proprio con l'ateneo romano finito sotto la lente della Procura.
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