Tavolino selvaggio, sequestri ai Parioli: sigilli al Caminetto e alla Pariolina. Indagati 2 dirigenti del municipio

Tavolino selvaggio, sequestri ai Parioli: sigilli al Caminetto e alla Pariolina. Indagati 2 dirigenti del municipio
di Michela Allegri
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Giovedì 10 Novembre 2016, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 08:10

Una situazione «d'illegalità diffusa perdurante da più di vent'anni». Le parole che il gip Giulia Proto usa nel disporre il sequestro delle verande abusive di viale Parioli sono pesanti. E tirano in mezzo anche due dirigenti e un funzionario del II Municipio, indagati per abuso d'ufficio. Secondo il pm Letizia Golfieri, i tre avrebbero agevolato i gestori dei locali che si affacciano sulla via più chic di Roma Nord, permettendo loro di invadere il marciapiede con tavolini selvaggi e gazebo irregolari. Ieri mattina, gli agenti della sezione di pg della Polizia Locale di piazzale Clodio hanno sequestrato i manufatti fuorilegge in quattro esercizi commerciali. I sigilli sono scattatati per Il Caminetto e La Pariolina, e per due chioschi. La Procura aveva chiesto il sequestro anche per i tendoni di Gargani, ma per il giudice le anomalie sarebbero già state sanate. La stessa cosa vale per il bar Il Cigno.
I funzionari indagati sono l'ex dirigente del II Municipio, Isabella Cozza, e Stefano Tarquini, all'epoca dei fatti numero uno dell'Unità operativa tecnica. Il nome della Cozza spunta anche nelle intercettazioni di Mafia Capitale. Pur non essendo indagata, gli investigatori l'hanno definita «vicina agli interessi del sodalizio». Per i tavolini selvaggi, la contestazione di abuso d'ufficio è mossa anche a Giuseppa Rizzotti, componente del gruppo di lavoro interdisciplinare per il controllo del territorio sull'asse viale Parioli-piazza Santiago del Cile, istituito nel 2007. Indagati per occupazione abusiva di suolo pubblico, i ristoratori Dany Di Giuseppe e Fabrizio Santucci, gestori de La Pariolina e Il Caminetto.

LA DENUNCIA
L'inchiesta è scattata nel 2010, quando Massimo Inches, ex consigliere municipale, ha evidenziato «l'abnorme presenza di occupazione abusiva da parte degli esercizi commerciali». Addirittura 23 locali erano irregolari. Nonostante gli accertamenti, le attività repressive intraprese dalla Uot diretta da Tarquini sono state caratterizzate «da un'anomala inerzia e dall'adozione di provvedimenti incongrui», scrive il gip. Per gli inquirenti, gli indagati avrebbero favorito i ristoratori amici con un escamotage: avrebbero emesso quattro ordinanze di sospensione dei lavori, invece che di demolizione. In questo modo avrebbero consentito ai commercianti di continuare a utilizzare i dehors abusivi già realizzati. Tra i locali finiti nell'inchiesta, anche Celestina ai Parioli, distrutto da un incendio in febbraio. L'indagine della Municipale è proseguita fino al 2014. Per il gip, dagli accertamenti è emersa «una situazione illegalità perdurante da più di vent'anni, sia in relazione alle condotte dei privati gestori, sia riguardo alla condotta dei pubblici ufficiali». Negli atti si legge che Tarquini avrebbe favorito il gestore de La Pariolina dal 2007 al 2012. La Cozza, «in qualità di dirigente ad interim della Uot dal primo gennaio al 5 maggio 2011» non avrebbe adottato «i provvedimenti di disciplina edilizia a carico dell'esercizio». In concorso con la Rizzotti avrebbe poi agevolato Santucci, titolare de Il Caminetto. Per il gip, le opere fuorilegge sono state «mantenute in assenza di un regolare titolo autorizzativo». Nonostante la decadenza della concessione, avvenuta nel 2012, i dehors non sarebbero stati smantellati.