Tassa di soggiorno, scattano gli aumenti tra le proteste

Tassa di soggiorno, scattano gli aumenti tra le proteste
di Raffaella Troili
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Martedì 2 Settembre 2014, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 10:04
L’eco dell’addebito della prima notte con il rincaro si avr questa mattina, quando i turisti andranno a chiedere il conto.

Per ora l’aumento della tassa di soggiorno stabilito dal Comune negli hotel della capitale e in vigore da ieri, suscita lamentele e imbarazzi. Nelle strutture da 1 a due stelle l'imposta è passata da 2 euro a persona al giorno a 3 euro, nei tre stelle da 2 euro a 4 euro, nei quattro stelle da 3 euro a 6 euro mentre negli hotel a cinque stelle la tassa salirà da 3 a 7 euro.



Gli avvisi con il nuovo tariffario sono affissi in ogni camera ma gli operatori ammettono di chiudere un occhio davanti a chi - specie gruppi - ha prenotato molto tempo fa. Nessun cambio in corsa, ne va della reputazione. «La tassa per ora ce la siamo caricata noi: davanti a prenotazioni fatte un anno fa, per non fare brutta figura né avere contestazioni con gli operatori esteri», ammette Andrea Costanzo, presidente di Fiavet Lazio. Un altro rischio è già realtà: «Specie con i gruppi (coinvolti il turismo congressuale e religioso) si andrà in competizione con le alternative appena fuori città, tipo Tivoli, Pomezia, Fiuggi. Basta che la struttura sia fuori Roma che l’appeal sarà maggiore. Tutti vogliono risparmiare». Anche perché sul pacchetto generale dei gruppi, la tassa va a incidere per almeno un 10%. Esempio: per un gruppo standard di 50 persone, per due notti in albergo si va a spendere 1000 euro in più.



Preoccupato e molto il presidente di Federalberghi Giuseppe Roscioli: «Abbiamo avvisato tutti i clienti, le reazioni sono molto negative: siamo diventati i più cari d’Europa, basti pensare che a Parigi la tassa è di un euro e mezzo, a Londra non c’è. E comunque così alta non ce l’ha nessuno».



Per Federalberghi è anche un problema d’immagine. «I turisti non sono stupidi, si aspettano servizi che poi non ci sono. In quanto a decoro, pulizia, legalità siamo carenti rispetto alle altre capitali europee, questo rincaro è stato attuato solo per fini di bilancio. E spennare il cliente mi sembra poco etico». Gli albergatori temono poi che «dilaghi la ricettività abusiva, l’ultima beffa per chi come noi paga le tasse». Il problema vero si porrà in bassa stagione, «la tassa incide di più su quei prezzi, del 20/30%, specie in periferia». Decine le lettere dei tour operator. «Sono preoccupati, il rischio è che così usciamo dai circuiti internazionali. Abbiamo pure la tassa sui pullman turistici che arriva a 250 euro». «Anche perché - riprende Costanzo a capo dell'associazione delle Imprese turistiche del Lazio - Roma non vive rendita, in fila al Colosseo molti ci sono già stati».
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