Rifiuti, tangenti al campo romi: ai nomadi fino a mille euro per scaricare spazzatura

Rifiuti, tangenti al campo romi: ai nomadi fino a mille euro per scaricare spazzatura
di Raffaele Nappi
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Venerdì 30 Settembre 2016, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 15:24


L'ombra di una montagna di rifiuti si allunga sull'ingresso del campo nomadi di via Cesare Lombroso, Municipio XIV, Monte Mario. Calcinacci, plastica, cocci di vetro, perfino un pianoforte rotto. È il risultato di un vero racket sulla gestione dell'immondizia. Il meccanismo è semplice: basta pagare il pizzo al capo del campo nomadi per lasciare i propri rifiuti in strada. Lo raccontano i residenti del Municipio, esasperati da anni di disagi: «Nel campo ci sono famiglie legate alla malavita che si fanno pagare il pizzo per smaltire i rifiuti». La strada è totalmente invasa: a sversare arrivano molti esercizi commerciali, anche da altri municipi, in primis gommisti e carrozzieri. La tassa dipende dalla quantità di rifiuti da smaltire: si va da pochi euro fino a 50 o 100 euro per grandi volumi. I nomadi lasciano scaricare tutto, anche di giorno: trattengono gli oggetti utili, il resto lo bruciano: è così che nascono i roghi tossici.

PROBLEMA STORICO
I residenti vivono da anni in queste condizioni. I roghi si sviluppano soprattutto nel tardo pomeriggio: il fuoco viene appiccato a cumuli di rifiuti a giorni alterni. L'aria diventa irrespirabile: la nube nera, spinta dal vento, raggiunge facilmente le case di via Trionfale e di via dell'Acquedotto del Peschiera, la puzza è atroce. «È come se ti stessero bruciando un copertone sotto casa» dicono i residenti, furibondi. Anche in estate, di notte, in molti dormivano con le finestre chiuse. Il campo nomadi di via Lombroso è a ridosso di un viale dove sorgono due scuole. Ogni giorno gruppi di studenti devono percorrere a piedi la strada che costeggia il campo, e in passato non sono mancati episodi di aggressioni. Poco più su, a un centinaio di metri dal campo, sorgono gli uffici del XIV Municipio, nei padiglioni del Santa Maria della Pietà. Anche il parcheggio è disseminato di rifiuti e calcinacci. Il campo nomadi, tra i più piccoli di Roma, fu voluto da Rutelli per ospitare 110 persone. «Ad oggi, però, ce ne sono più di 200» dicono i residenti. Le condizioni igienico sanitarie sono precarie e alcune baracche sono distrutte, frutto della storica battaglia tra etnie Rom, Sinti e Camminati. «In estate - aggiunge un residente - i nomadi lasciano le tubature dell'acqua aperte. Uno sfregio per far capire che loro, l'acqua, la ottengono gratis». Il terriccio si trasforma in acquitrino, le zanzare invadono l'aria.
La montagna di rifiuti di via Lombroso si alimenta ogni giorno e la strada è ormai una discarica.

NIENTE CONTROLLI
I rifiuti hanno invaso la carreggiata, rendendo impossibile il passaggio anche alle vetture Ama dirette al vicino deposito. Gli operatori Ama, dal canto loro, sono costantemente impegnati a lavorare in zona. «Ma lasciano il resto del territorio completamente sporco» lamentano i residenti. Controlli? Spariti. A ogni rogo le segnalazioni vengono rimbalzate da un capo all'altro. La caserma dei pompieri dista solo 50 metri dal campo, ma anche loro preferiscono tenersi alla larga. «In passato le forze dell'ordine hanno provato più volte a sgomberare, ma tutto è finito con qualche denuncia e qualche espulsione» spiegano.
L'ingresso del campo è presidiato da motorini, auto e furgoni. Il mercatino domenicale, già al centro di polemiche nei mesi scorsi, si alimenta proprio con gli oggetti che i nomadi raccattano in settimana, rovistando nei cassonetti della zona.
Anche intorno al mercato si sviluppa un giro d'affari. «I posti più in vista - dice un residente - vengono venduti al miglior offerente». Poco oltre l'ingresso del campo, la strada è sbarrata: qui c'era una struttura sportiva con campi di calcio, spogliatoi, bar, servizi. Pure quella, oggi, è abbandonata.

LA RABBIA
«Siamo stanchi. Questa situazione va avanti da troppo tempo». Giovanni Ceccaroni, rappresentante di uno dei tanti gruppi di residenti nati per sollevare l'attenzione sul campo nomadi. «Non si tratta solo di roghi tossici - dice - Dobbiamo convivere anche con criminalità quotidiana, rovistaggi nei cassonetti, sporcizia sul territorio. Finora di controlli se ne sono visti pochi». I roghi si concentrano nella stagione estiva, ma durano tutto l'anno. «Segnalazioni ne abbiamo fatte a centinaia. Ormai anche i vigili del fuoco, quando sanno che si tratta del campo nomadi, lasciano perdere» dice Ceccaroni. I cittadini hanno lanciato una raccolta firme: alcuni si sono rivolti anche a degli esperti, per realizzare degli studi sulla qualità dell'aria e il possibile legame con malattie respiratorie. In zona regnano paura, omertà e il timore di restare abbandonati: «Chiediamo solo il rispetto delle regole: mandare via gli abusivi, avere più sicurezza, più sorveglianza» dice una giovane mamma. I residenti erano riusciti a portare avanti un tavolo sulla questione all'interno della commissione Affari Sociali. «Ma con il cambio della giunta il discorso si è arenato». La soluzione? I residenti stanno cercando di portare avanti una via istituzionale. «Il prossimo 4 ottobre in Municipio è previsto un incontro ufficiale - dice Stefano Oddo, consigliere municipale - Abbiamo già chiesto lo sgombero totale». Altri, però, come il proprietario di un bar di via Trionfale, appaiono rassegnati: «Il campo nomadi? Non migliorerà mai».

 

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