Nomentano, 17enne morta dopo essersi lanciata nel vuoto: il giallo del palazzo

Nomentano, 17enne morta dopo essersi lanciata nel vuoto: il giallo del palazzo
di Raffaella Troili
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Giovedì 16 Febbraio 2017, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 12:16


E' morta Laura C., trovata esanime in fondo a una chiostrina, dopo un volo troppo grande per rimanere in vita. «Vado al settimo piano» avrebbe detto determinata, sicura, un cenno di saluto al portiere. E al settimo piano ha aperto la finestra, lasciato giacca e borsa lì vicino e si è gettata nel vuoto. Nella chiostrina interna di un anonimo palazzo del Nomentano in via Agrigento.
A sentire un rantolo lontano, proprio un inquilino del settimo piano, che si è affacciato, ha visto la ragazza a terra, è corso ad avvisare il portiere che ha la chiave della chiostrina da cui si accede dal primo piano. Trasportata martedì in fin di vita al Policlinico Umberto I è morta ieri mattina. Lasciando dietro di sè dolore, rimorsi e tanti dubbi.
La diciassettenne infatti era partita da Orvieto, marinando la scuola, come faceva da un po'. Per questo, anche, aveva avuto una discussione con la madre. Martedì mattina ha preso il bus da Montecchio dove viveva a Orvieto e qui si è diretta alla Stazione (l'abbonamento e il biglietto sono stati trovati nella sua borsa assieme allo scontrino di una farmacia).

IL MISTERO DELL'EDIFICIO
Una volta arrivata a Roma in treno, Laura deve aver girovagato, in città non aveva né amici né conoscenti. Non si hanno tracce di lei, fino al suicidio. Resta un mistero come e perché sia arrivata in via Agrigento e abbia deciso di farla finita proprio in quello stabile al civico 3 dove non conosceva nessuno.
Nessuno, familiari e amici, hanno finora saputo trovare un collegamento tra la sua morte e l'edificio di via Agrigento. Gli investigatori del commissariato Porta Pia propendono per una scelta casuale anche se continuano a indagare. Intanto è emerso che la giovane moldava, avrebbe discusso con la madre per problemi scolastici. Non andava bene a scuola, frequentava il IV Alberghiero, e da un po' di tempo frequentava un brutto giro, aveva intensificato l'uso di erba, la mamma aveva minacciato di prendere provvedimenti seri.

LO SCANDALO
Anche alla luce del fatto che a Orvieto di recente una novantina di minorenni erano stati segnalati ai carabinieri: tra loro molti suoi amici erano stati convocati, la mamma l'aveva scoperto e si era molto arrabbiata anche perché la giovane soffriva di una leggera forma di epilessia che era tenuta sotto controllo e sarebbe andata scemando ma che l'uso di stupefacenti certo non aiutava.
«Fumava tanto, nei giardini di Orvieto - raccontano gli amici - e aveva qualche problema a casa. Ma non stava così male da pensare al suicidio». Chi le voleva bene non crede che la storia sia finita qui.

«DEVE AVERLO PROGETTATO»
«Laura non andava da sola da nessuna parte, si perdeva anche a Orvieto. Abbiamo tanti dubbi in queste ore. Che aveva comprato in farmacia, chessò un test di gravidanza, qualcosa deve averla turbata. E poi uno non entra in un palazzo che non conosce e dice vado al settimo piano. Deve aver già progettato la cosa, deve conoscere il posto». In effetti al settimo piano c'è un davanzale basso, una finestra che si apre facilmente e affaccia su una chiostrina da brividi. Il portiere forse è stato tratto in inganno dal fatto che al settimo piano c'è un altro appartamento dove abitano delle studentesse. E poi quella giovane, dagli occhi chiari e i riccioli lunghi, sembrava così calma e sicura. Mica poteva seguirla. Laura lascia dietro di sè ancora tanti dubbi.