Stuprata per ore nel palazzo occupato
Fermato l'autore delle violenze

Stuprata per ore nel palazzo occupato Fermato l'autore delle violenze
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Sabato 24 Maggio 2014, 19:16 - Ultimo aggiornamento: 19:17
Una lunga notte di violenza nel palazzo occupato. La donna urla, chiede aiuto, viene picchiata e sequestrata in una stanza e ci vogliono ore perch qualcuno la salvi. Lui la prende a calci fino a farle perdere i sensi, non si ferma nemmeno vedendola così, continua a picchiarla e le spacca la mandibola, le rompe le costole. Finisce, questa lunga notte di inutili grida, con la marocchina in ospedale e il sudanese che l’ha violentata in commissariato, aveva il ciondolo che le ha strappato durante l’aggressione. La donna di 45 anni è ancora ricoverata all’Umberto I, dovrà subire un delicato intervento chirurgico.



L’OCCUPAZIONE

I due vivono in stanze vicine nel palazzone di viale delle Province, apparteneva all’Inps prima di diventare un ricovero per immigrati clandestini e senza tetto. L’hanno occupato circa due anni fa e da allora è una terra di nessuno, si fa a botte per conquistare un materasso. Ci abitano in duecento circa, quasi tutti nordafricani, si sono presi quello stabile e ne hanno fatto una specie di Pantanella. L’altra sera, intorno alle 11, il sudanese entra nella stanza della donna e le si avvicina stringendola, ma lei lo respinge e scatena la rabbia dell’uomo di 34 anni. Lui non ci sta a sentirsi rifiutano, dapprima la minaccia poi le strappa i vestiti.

La marocchina non cede, si divincola, urla e chiede aiuto, inutilmente. La lasciano gridare mentre lui comincia a picchiarla con violenza.

Un calcio all’addome tramortisce la donna, lei sviene. Quando si riprende l’uomo è ancora lì e continua a farle male. La donna urla, lui le strappa il cellulare perché lei non possa chiedere aiuto. Ricominciano le botte, la marocchina prova più volte a scappare, ma l’uomo la tiene prigioniera e a ogni tentativo di sottrarsi alla violenza giù altre botte.



IL FERMO

Va avanti per ore, la donna ha il corpo pieno di lividi, si sentono grida di dolore che arrivano da quella stanza. Una connazionale prende coraggio e chiama i soccorsi, la vittima viene accompagnata al policlinico Umberto I. Ha la mandibola rotta e dovrà subire un intervento maxillo-facciale, ha alcune costole fratturate, il viso tumefatto, lividi sulle braccia e sulle gambe. Sta molto male ma riesce a descrivere l’aggressore alla polizia: è un tipo con un berretto bianco in testa e una vistosa collana al collo.

Gli agenti del commissariato San Lorenzo diretti da Giovanna Petrocca si appostano nei pressi dello stabile occupato. Decidono di non entrare per evitare che si scatenino disordini. Stanno in attesa per ore finché alle sei del mattino vedono un tipo uscire dal palazzo di viale delle Province, ha i cappellino bianco in testa, la collana che gli pende sulla maglietta. Lo fermano e lo portano in commissariato.

Il sudanese ha una foto di lei e la collanina che le ha strappato durante la violenza. Sono gravi le accuse che gli vengono contestate, Z.K.G. è sottoposto al fermo di polizia giudiziaria per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni aggravate. La marocchina ne avrà ancora per parecchi giorni.
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